Giornata negativa per i principali listini asiatici dopo la seduta in ribasso ieri a Wall Street, con il sentiment frenato dalla difficile situazione del colosso Evergrande e da una possibile nuove stretta regolatoria da parte di Pechino, questa volta sul settore finanziario.
Ieri colosso immobiliare Evergrande non ha pagato cedole in scadenza per un ammontare di 148,1 milioni di dollari sulle emissioni di aprile 2022, aprile 2023 e aprile 2024. La data ultima per pagare, 30 giorni dalla prima scadenza, è il 23 ottobre, dopodiché sarà default. Gli operatori temono un possibile effetto contagio sul settore immobiliare cinese.
Inoltre, il Wall Street Journal ha riportato che il presidente cinese Xi Jinping starebbe esaminando i legami che le banche statali del Paese e altre istituzioni finanziarie hanno sviluppato con grandi aziende private. Sarebbero state avviate delle ispezioni.
Sullo sfondo restano i timori per le pressioni sui prezzi alimentate dalle materie prime, le prospettive di politiche monetarie più restrittive; altri fattori che potrebbero ostacolare la ripresa economica.
Sul fronte geopolitico, il rappresentante commerciale americano, Katherine Tai, e il vice premier cinese, Liu He, hanno tenuto un incontro virtuale, durante il quale Tai ha sollevato alcune preoccupazioni, tra cui quelle che gli Stati Uniti considerano le “politiche e pratiche non di mercato guidate dallo Stato” della Cina e la sua incapacità di fare fronte agli impegni presi nell’ambito del patto commerciale di fase uno del 2020 siglato con l’amministrazione Trump.
Le due controparti hanno riconosciuto l’importanza delle relazioni commerciali bilaterali e hanno anche esaminato i progressi compiuti nell’attuazione dell’accordo di fase uno e hanno deciso di consultarsi su “alcune questioni in sospeso”, senza fornire dettagli.
Sul fronte energetico, la Cina ha aumentato i suoi sforzi per aumentare la produzione di carbone in mezzo alla scarsità dell’offerta, che ha portato alla peggiore crisi energetica degli ultimi anni.
Il governo di Pechino stabilirà un calendario e una tabella di marcia per raggiungere il suo obiettivo di emissioni di carbonio, e correggerà le pratiche “one-size-fits-all” dei tagli di potenza e dei limiti di produzione in alcune aree, secondo fonti di stampa nazionali.
In Giappone prevalgono le prese di profitto dopo tre sessioni consecutive in rialzo, in particolare sui titoli tecnologici, anche sui timori per un possibile rialzo dei tassi di interesse.
Sul fronte macro, in Giappone a settembre i pezzi alla produzione sono saliti del 0,3% su base mensile (+0,3% le attese e +0,1% la rilevazione precedente) e del 6,3% su base annua (+5,9% il consensus e +5,8% il dato precedente).
Sul Forex, il cambio euro/dollaro quota 1,1566 e il dollaro/yen 113,12. Tra le materie prime, petrolio in leggero rialzo con il Brent (+0,2%) a 83,81 dollari al barile e il Wti (+0,1%) a 80,56 dollari al barile. Oro a 1.761,85 dollari l’oncia (+0,4%).
Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1,3% e l’1,6 %. Hong Kong a -0,9%.
In Giappone, Nikkei e Topix lasciano sul terreno rispettivamente lo 0,8% e lo 0,6%.
Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (-0,6%), Dow Jones (-0,7%) e S&P 500 (-0,7%).

























