Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore industriale:
Proseguono senza una precisa direzione le borse europee. Il Ftse Mib cede lo 0,1%, mentre il Dax guadagna lo 0,7%. Invariato il Ftse 100 di Londra. A Wall Street il Nasdaq guadagna lo 0,4%, mentre lo S&P 500 e il Dow Jones cedono rispettivamente lo 0,2% e lo 0,5%.
Secondo Bestinver Securities “L’aumento dei costi energetici e dei diritti di emissione è senza dubbio un fattore di rischio per il settore del cemento, tuttavia Buzzi Unicem ha finora dimostrato di saper difendere i propri margini, aumentando i prezzi di vendita e migliorando la propria efficienza energetica”.
Bestinver ha poi specificato che “per l’intero 2021, nel solo mercato italiano, le previsioni su Buzzi Unicem prevedono un aumento dei ricavi del 20% a 601 milioni, e un Ebitda in crescita del 77% a 63 milioni, con un margine al 10,4%”. A seguito dei forti risultati del primo semestre 2021 e della conferma di un trend positivo di volumi e prezzi nel secondo semestre, recentemente Bestinver ha confermato la raccomandazione buy e il target price a 25-27 euro sul titolo.
Bestinver ha inoltre affermato: “Crediamo che nel medio termine i costi crescenti dei diritti di emissione di CO2, ora a 60 euro la tonnellata (+84% da inizio anno) dovrebbero essere compensati dall’inflazione dei prezzi del cemento, in quanto a partire dal 2026 sarà introdotto il Carbon Border Adjustment Mechanism dell’UE, quando l’assegnazione gratuita dei diritti di CO2 inizierà ad essere ridotta, al fine di promuovere le politiche ambientali nei paesi terzi e combattere la concorrenza sleale delle aziende in grado di sfruttare una legislazione ambientale meno rigorosa”.
Sempre per quanto riguarda il settore industriale del cemento, il presidente di Federbeton (Federazione del settore del cemento nonché parte di Confindustria), Roberto Callieri, ha dichiarato che “la tenuta del settore italiano del cemento è seriamente a rischio a seguito dei recenti aumenti dei costi energetici e dei diritti di emissione di CO2”. Secondo Callieri, l’esclusione del settore dalle misure di protezione per i settori ad alta intensità energetica si tradurrà per i produttori in un forte aumento del costo dell’elettricità e dei combustibili tradizionali che favorirà la delocalizzazione della produzione in paesi extra UE.
Federbeton ha chiesto l’introduzione di misure di protezione per il settore come i dazi ambientali sulla CO2, previsti dall’UE solo dal 2026, e contributi agli investimenti per la decarbonizzazione.