Intesa SP – Fondazioni favorevoli alla conferma dei vertici oltre l’attuale mandato

Le grandi fondazioni azioniste di Intesa Sanpaolo avrebbe iniziato i ragionamenti in vista del rinnovo della governance prevista nell’assemblea di aprile dell’anno prossimo.

Lo si apprende da MF, secondo cui le grandi fondazioni azioniste della banca sono favorevoli alla linea della continuità con la conferma del ticket di vertice, composto dal presidente Gian Maria Gros-Pietro (al quarto mandato) e dal Ceo Carlo Messina (al terzo mandato).

Le grandi fondazioni includono la Compagnia di San Paolo (6,12% del capitale), Cariplo (3,95%), Cariparo (1,72%), Carifirenze (1,68%) e Carisbo (1,25%) e insieme rappresentano circa il 15% del capitale di Intesa Sanpaolo.

Secondo quanto riporta il giornale, suddette fondazioni inizieranno ufficialmente i lavori entro fine anno e potrebbero dare vita a un patto di consultazione temporaneo, in linea con quanto avvenuto nel 2019.

Anche se ci sarebbero stati già contatti informali tra i presidenti, l’iter potrebbe prendere il via ufficialmente all’inizio del 2022 dopo l’eventuale ufficializzato del possibile patto. Solo a quel punto infatti gli enti dovrebbero ricevere la relazione sulla composizione quali-quantitativa ottimale del board predisposto dal cda del banca, che porrà paletti precisi al lavoro di selezione.

Secondo indiscrezioni riportate nei giorni scorsi da Il Messaggero, le fondazioni sono anche gran parte dell’attuale board per i prossimi tre anni.

Non bisogna poi dimenticare che, dopo l’acquisizione di Ubi Banca, sono entrati nel capitale di Intesa Sanpaolo altre due fondazioni, Cr Cuneo (0,61% del capitale) e Banca Monte del Lombardia (0,40% del capitale).

Nel frattempo, nel prossimo mese di febbraio ci sarà la presentazione del nuovo piano d’impresa a cui sta lavorando il management.

Domani 14 ottobre, invece, si terrà l’assemblea chiamata a deliberare sulla distribuzione dei dividendi.

Intorno alle 10:40 a Piazza Affari il titolo viaggia sulla parità a 2,51 euro, mentre l’indice di settore cede lo 0,2 per cento.