I proxy advisor Iss, Frontis e Glass Lewis invitano gli azionisti a votare a favore dei cambiamenti di governance che saranno presentati all’assemblea di Mediobanca in programma il prossimo 28 ottobre.
Lo si apprende da fonti di stampa, aggiungendo che secondo i proxy advisor ritengono le modifiche proposte a “beneficio degli azionisti”.
Il cda ha accolto la richiesta di Delfin (holding che fa capo a Leonardo Del Vecchio e primo azionista con il 18,9% del capitale) riguardo all’eliminazione del vincolo che prevedeva la presenza di tre manager in consiglio e ha formulato una proposta alternativa sul voto di lista per garantire maggiore rappresentanza agli azionisti di minoranza nel board.
La nuova proposta stabilisce, nello specifico, primo caso tra le società quotate, almeno un posto agli investitori istituzionali.
“Crediamo che il cambiamento proposto garantirà agli azionisti e al consiglio una maggiore flessibilità e una base più ampia nel considerare e selezionare i candidati per il consiglio”, spiega Glass Lewis.
“Inoltre, e soprattutto alla luce della struttura proprietaria della società, con un accordo di consultazione che controlla il 12,08% del capitale sociale, Leonardo del Vecchio con una quota del 18,9% e il 45% della società detenuto da investitori istituzionali, la società ha fatto un passo avanti rispetto alla prassi del mercato nazionale e ha incluso una disposizione per riservare specificamente un posto agli investitori istituzionali nel caso in cui una lista sia stata presentata ma non abbia ricevuto abbastanza voti per diventare una delle prime due liste di minoranza”, ha aggiunto il proxy advisor.
“I candidati presentati dagli investitori istituzionali sono generalmente, a nostro avviso, più adatti a garantire una supervisione indipendente nel consiglio e rappresentano un gruppo più ampio di azionisti di minoranza. Come tale, crediamo che le modifiche proposte allo statuto siano nell’interesse degli azionisti istituzionali”, conclude Glass Lewis.
Intorno alle 09:40 a Piazza Affari il titolo viaggia sulla parità a 9,86 euro, mentre l’indice di settore sale dello 0,6 per cento.