A Milano il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni con il +1,2% a 26.277 punti, mentre il Ftse Italia Prodotti e Servizi Industriali ha segnato il +0,9% rispetto al +1,8% del corrispondente indice europeo.
Il focus resta sulle pressioni inflazionistiche e sulla ripresa dell’economia, in un contesto incerto a causa delle tensioni nella supply chain globale, il rialzo dei prezzi energetici e la prospettiva di una riduzione degli stimoli monetari nei prossimi mesi.
Le minute della Federal Reserve hanno confermato l’ipotesi di tapering graduale a partire da metà novembre o metà dicembre. Intanto gli operatori guardano ai risultati corporate provenienti dagli Stati Uniti, in particolare Bank of America, Morgan Stanley e Citigroup.
Per quanto riguarda l’aumento dell’inflazione, i dati sui prezzi al consumo negli Stati Uniti hanno confermato una crescita oltre il 5%, sui massimi dal 2008, alimentando i dubbi sulla transitorietà del fenomeno nonostante le rassicurazioni delle banche centrali. Ieri le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione hanno mostrato una diminuzione a 293 mila unità, al di sotto delle 320 mila previste dal consensus, mentre l’indice dei prezzi alla produzione a settembre è cresciuto meno delle attese.
In Cina, i prezzi alla produzione hanno segnato il maggior incremento dal 1996 (+10,7%) a causa dell’aumento del costo delle materie prime, mentre i prezzi al consumo hanno rallentato al +0,7% rispetto al +0,8% di agosto.
Tornando al segmento industriale, tra le big bene Interpump (+2,9%) e Buzzi Unicem (+2,3%).
Per quanto riguarda le mid cap corre ancora El.En (+6,9%), che nelle ultime cinque sedute ha guadagnato oltre il 18% portando il rialzo da inizio anno oltre il +150%.
Tra le small cap in evidenza LU-VE (+6%).