Mercati – Apertura sotto la parità per l’Europa, Ftse Mib a -0,5%

Apertura sotto la parità per le borse europee, in scia al rallentamento della crescita cinese e in un contesto in cui il rialzo dei prezzi dell’energia continua a rafforzare le preoccupazioni legate all’inflazione.

A Milano il Ftse Mib cede lo 0,5% in area 26.350 punti. In ribasso anche il Cac 40 di Parigi (-0,6%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,4%), il Dax di Francoforte (-0,4%) e il Ftse 100 di Londra (-0,1%).

I mercati continuano a fare i conti con i timori riguardanti l’inflazione, complice l’inasprirsi della crisi energetica che sta alimentando la pressione sui prezzi e spingendo al rialzo i rendimenti obbligazionari.

Allo stesso tempo, gli operatori guardano al ritmo della ripresa dell’economia che resta disomogeneo, mentre le banche centrali si preparano a ridurre i propri stimoli monetari, a cominciare dalla Federa Reserve.

In Cina, il governatore della People’s Bank of Chian, Yi Gang, ha dichiarato che le autorità possono contenere i rischi posti all’economia e al sistema finanziario dalla crisi Evergrande, rassicurando che non ci sarà un effetto contagio al resto del settore immobiliare.

Sul fronte macro, nel terzo trimestre il Pil cinese è cresciuto del 4,9% su base annua, al di sotto dell’incremento del 5,2% previsto dagli analisti e rallentando rispetto al +7,9% dei tre mesi precedenti.

Sempre in Cina, la produzione industriale a settembre è aumentata del 3,1% su base annua, al di sotto dell’incremento del 4,5% atteso dal consensus e dopo il +5,3% registrato il mese precedente. L’agenda di oggi prevede inoltre i dati sulla produzione industriale americana.

Intanto sul Forex il biglietto verde si rafforza nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro in discesa a 1,157 e il dollaro/yen in rialzo a 114,3. In ribasso la sterlina a 1,373 sul dollaro, mentre il governatore della Banca d’Inghilterra, Andrew Bailey, ha avvertito che la banca “dovrà agire” per frenare le pressioni inflazionistiche.

Tra le materie prime prosegue la corsa delle quotazioni del greggio, con il Wti (+1,1%) sui massimi dal 2014 a 82,7 dollari e il Brent (+0,8%) che ha superato la soglia degli 85 dollari.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund riparte in area 105 punti base con il rendimento del decennale italiano allo 0,9%, in attesa dell’aggiornamento del rating italiano da parte di S&P venerdì.

Tornando a Piazza Affari, in ribasso Diasorin (-1,2%), Amplifon (-1,2%), Atlantia (-1,2%) e Nexi (-1,1%). Sulla performance impatta anche lo stacco cedola di Intesa Sanpaolo, Unipol, Generali e Banca Mediolanum.