Mentre il negoziato Tesoro-UniCredit per definire il perimetro di Mps da rilevare da parte della banca guidata da Andrea Orcel è entrato nella fase decisiva, con una possibile decisione che potrebbe essere presa entro mercoledì 27 ottobre (quando il cda di UniCredit approverà la trimestrale), continuano a rincorrersi i rumor sul rafforzamento patrimoniale di cui necessita la banca senese.
Le ultime indiscrezioni in ordine di tempo sono riportate da MF, secondo cui UniCredit, per rispettare la condizione di registrare un impatto nullo sulla propria posizione patrimoniale nell’ambito del deal, potrebbe richiedere al MEF di immettere risorse finanziarie tra i 6 e gli oltre 8 miliardi.
Suddetto ammontare, aggiunge il giornale, sarebbe così ripartito: 2,5-3 miliardi per adeguare il CET1 di Mps (oggi al 10,6%) ai livelli di quello di UniCredit (15,5%); 3-3,5 miliardi per fronteggiare gli oneri di ristrutturazione relativi ai circa 7.000 esuberi; 2,5 miliardi per migliorare l’asset quality e coprire i crediti in bonis stage 2 che saranno dovrebbero finire in capo alla stessa UniCredit.
Intorno alle 14:30 a Piazza Affari le azioni Mps cedono lo 0,1% a 1,07 euro, mentre i titoli UniCredit lasciano sul terreno lo 0,5% a 11,57 euro. L’indice di settore viaggia sulla parità.