Tesla ha chiuso il terzo trimestre 2021 con ricavi inferiori alle attese di Wall Street, battendo però le previsioni sugli utili e riuscendo a superare lo shortage di semiconduttori e le sfide a livello di supply chain che stanno ostacolando gli altri automakers.
Nel dettaglio, i ricavi sono aumentati del 57% rispetto al periodo luglio-settembre dello scorso anno a 13,8 miliardi di dollari, leggermente inferiori ai 13,9 miliardi stimati dal consensus. Le consegne nel periodo hanno raggiunte i 241.300 veicoli a livello mondiale, un record per Tesla.
L’Eps adjusted è salito a 1,86 dollari dagli 0,76 dollari del terzo trimestre 2020, superando gli 1,67 dollari attesi dagli analisti e segnando il nono trimestre consecutivo di utili per la società di veicoli elettrici.
Per la prima volta in oltre dieci anni, la quotazione di Tesla risale al 2010, il fondatore Elon Musk non ha partecipato alla call con gli analisti. Al suo posto ha parlato il Cfo Zachary Kirkhorn, dichiarando che la società sta cercando di fare il possibile per massimizzare la capacità e soddisfare la domanda.
Kirkhorn ha parlato di un “profondo risveglio” per quanto riguarda l’interesse dei consumatori per le auto elettriche, ma la casa californiana non è riuscita ad aumentare la produzione abbastanza velocemente a causa di fattori esterni.
Tra questi, il manager ha citato una serie di sfide, tra cui la carenza di semiconduttori, la congestione nei porti e i blackout continui, che hanno avuto un impatto sulla capacità di mantenere le fabbriche in funzione a pieno regime.