Mediobanca – “L’inserimento nel MIB ESG conferma il nostro impegno nel perseguire una crescita sostenibile”

Mediobanca è stata inclusa nel primo indice MIB ESG lanciato da Euronext e Borsa Italiana dedicato alle blue-chip italiane che attuano le migliori pratiche ESG.

L’indice include le migliori 40 società selezionate sulla base dei criteri ESG in linea con i principi del Global Compact delle Nazioni Unite e ponderate in base alla capitalizzazione del flottante.

“Si tratta di un riconoscimento molto importante e che segue l’inclusione nell’S&P Europe 350 ESG nel mese di maggio, a conferma dell’impegno del nostro gruppo nel perseguire una crescita sostenibile nel tempo e nel rispetto delle persone, dell’ambiente e della società”, afferma in un’intervista rilasciata a Market Insight Giovanna Giusti del Giardino, Head of Group Sustainability di Mediobanca.

“L’inserimento nell’indice MIB ESG rappresenta un ulteriore elemento di visibilità, una sorta di “certificazione di qualità”, in quanto riconosce che la nostra performance nell’ambito della sostenibilità ha raggiunto risultati importanti”, prosegue la Giusti del Giardino.

“Mediobanca partecipa regolarmente al questionario di Vigeo da cui attinge questo indice. La nostra performance nei vari rating ESG è, in generale, in costante miglioramento. Un risultato che consolidiamo anche con l’inserimento nel MIB ESG Index”, spiega la Responsabile della sostenibilità di Mediobanca.

“Gli investitori socialmente responsabili stanno crescendo rapidamente sia nel numero sia nelle aspettative, indipendentemente dai rating disponibili, in conseguenza di una maggiore preparazione su queste tematiche e a conferma di una tendenza che supporta la necessità di informazioni sempre più solide e strutturate”, spiega la Responsabile della sostenibilità di Mediobanca.

“Oggi sul mercato sono presenti molti rating ESG, che però non sempre sono omogenei nella metodologia utilizzata; accade infatti che la medesima performance di sostenibilità di un’azienda venga valutata diversamente dai vari provider. Al di là dei rating, comunque, per noi è importante mantenere rapporti diretti sia con le società in cui investiamo, sia con i nostri investitori e azionisti. Da parte di questi ultimi, in particolare, riscontriamo una crescente richiesta di informazioni in ambito ESG, che ormai vanno di pari passo con quelle di carattere finanziario: sono diventate un ulteriore elemento di valutazione di un’azienda”, riporta la Giusti del Giardino.

“La valutazione ESG viene presa in considerazione nelle scelte di investimento e sta assumendo crescente importanza: solo grazie a un ranking elevato si possono attrarre nuovi investitori. Oggi i nostri investitori SRI sono circa il 14% del free float, lo scorso anno erano il 12%. Si tratta di un trend in crescita che teniamo strettamente monitorato”, aggiunge la manager.

“Il nostro percorso di sostenibilità è iniziato alla fine del 2016: piuttosto recentemente rispetto ad altre aziende. Nonostante questo, l’inclusione degli obiettivi di sostenibilità nel nostro piano strategico, ha permesso di procedere su queste tematiche a ritmo serrato, rispondendo alle richieste di engagement degli analisti ESG”, illustra la Responsabile della sostenibilità di Mediobanca.

“Siamo attivi su numerosi indici e questionari, quali: il Dow Jones Sustainability Index, il CDP sull’ambiente, Vigeo Eiris, Sustainanlytics, ISS Oekom, il Bloomberg Gender Equality Index, l’integrated Governance Index e il FtseGood”, precisa la manager.

“Al netto di alcuni indici focalizzati su aspetti specifici quali ambiente (ex CDP) e diversità e inclusione (ex Bloomberg Gender Equality Index), spesso questionari analoghi portano a valutazioni diverse. Da questo punto di vista, sarebbe necessaria una razionalizzazione dell’intero mondo dei provider”, spiega la Giusti del Giardino.

“Tornando al gruppo Mediobanca, i capisaldi del nostro impegno in ambito di sostenibilità sono certamente identificabili in una governance forte e nell’integrazione della strategia ESG all’interno di quella aziendale e del modello di business”, riporta la manager.

“Ritengo che il nostro principale punto di forza sia il forte commitment che abbiamo dall’alto: il nostro Ad, Alberto Nagel, è il vero motore della strategia ESG della Banca. Fin dall’inizio il Cda ha affidato a lui il presidio delle attività inerenti alla sostenibilità, un elemento importante a cui si unisce una governance ben strutturata che vede il coinvolgimento del Cda tramite il Comitato endoconsiliare di CSR presieduto dall’Ad, oltre alla partecipazione del top management di gruppo mediante il Comitato manageriale di sostenibilità. Tutto ciò consente di confrontaci costantemente con il management e con il board su queste tematiche”, prosegue la Giusti del Giardino.

“Un elemento di accelerazione è stato l’inserimento degli obiettivi di sostenibilità nel piano strategico 2019-2023 e, conseguentemente, anche nel long term incentive plan del top management”, aggiunge la Responsabile della sostenibilità di Mediobanca.

“Sulla base della nostra esperienza, consigliamo alle PMI di valorizzare quanto più possibile la propria performance di sostenibilità così da poter essere valutate oggettivamente da investitori SRI e indici ESG. Spesso le PMI non dispongono di tutte le informazioni necessarie o, comunque, non tutte sono strutturate al loro interno per poter rispondere a questionari o a dettagliate richieste di informazioni in quest’ambito ed è importante che comincino a farlo”, illustra la Giusti del Giardino.

“Il mondo dei data provider va comunque razionalizzato, una richiesta peraltro arrivata anche dall’EFRAG, per dare uniformità alle informazioni richieste”, aggiunge la manager.

“Alla base dei prodotti ESG quali, ad esempio green bond e Sustainability-linked bond, ci deve sempre essere trasparenza sulla performance di sostenibilità dell’azienda; una PMI va sostenuta nel percorso di rendicontazione dei target e degli indicatori legati al servizio/prodotto finanziario”, chiosa la Giusti del Giardino.