Mps – Titolo in rosso (-4,5%) dopo stop trattative tra UniCredit (-1,3%) e il Tesoro

Mps sotto pressione a Piazza Affari dopo l’interruzione delle trattative tra UniCredit e il Tesoro per la potenziale acquisizione di un perimetro in capo alla banca senese. Intorno alle 09:30 le azioni della banca senese lasciano sul terreno il 4,5% a 1,02 euro, dopo non essere riuscita a fare prezzo in apertura con un teorico -11 per cento. In calo anche i titoli UniCredit, che cedono l’1,3% a 11,39 euro, dopo essere arrivati a perdere oltre il 3 per cento. L’indice di settore sale dello 0,3 per cento.

“Nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti, UniCredit e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) hanno interrotto i negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Mps”, si legge in una nota diffusa da UniCredit, che conferma le indiscrezioni emerse nel week end.

Le controparti, secondo fonti di stampa, puntavano ad arrivare a una decisione entro mercoledì 27 ottobre, giorno in cui si riunirà il cda di UniCredit per approvare i conti del terzo trimestre 2021.

Secondo quanto riportato da rumor di stampa, l’interruzione del negoziato sarebbe dovuto all’impossibilità del Tesoro, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale, di soddisfare le richiesta di UniCredit di una ricapitalizzazione di oltre 7 miliardi per rafforzare la banca senese prima della potenziale aggregazione.

Secondo quanto riportato da Reuters, il tutto sarebbe stato ritenuto “troppo punitivo per i contribuenti.

Inoltre, sempre secondo indiscrezioni di stampa, non sarebbe stata trovata la quadra sui potenziali esuberi, stimati in circa 7 mila.

Le posizioni, secondo quanto riporta Reuters, erano quindi differenti anche sulle dimensioni e sui costi dei tagli dei posti di lavoro di Mps, nonché il modo di calcolo di UniCredit sugli adeguamenti del valore sulle passività di Mps.

Il Tesoro, che avrebbe già messo sul piatto circa 2 miliardi di Dta, sarebbe stato disposto a un esborso massimo di 3,5 miliardi per rafforzare il CET1 e fare fronte alle 7.000 uscite che sarebbero servite ad allineare i parametri di efficienza di Mps a quelli di UniCredit, riferiscono fonti di stampa.

Un altro elemento di divergenza, secondo MF, sarebbe legata alla valutazione del perimetro da rilevare. Per UniCredit si sarebbe attestata a 1,3 miliardi, poco più del doppio dell’utile atteso (600 milioni), un multiplo giudicato dal MEF troppo basso anche a confronto della media di mercato.

Le parti hanno così concluso che è impossibile raggiungere un accordo sulla base delle condizioni fissate a luglio, che richiedevano l’acquisizione di “asset selezionati” di Mps per aumentare l’utile per azione di UniCredit del 10% e senza impatti sulla sua posizione patrimoniale.

UniCredit era pronta ad acquisire un perimetro che non avrebbe dovuto ricomprendere gli Npl (da cedere ad AMCO), i rischi legali, le società prodotto (Mps Leasing & Factoring, Mps Fiduciaria, Mps Capital Services) e il Consorzio operativo.