Il Ministero dell’Economia, dopo l’interruzione delle trattative con UniCredit, punta a ricapitalizzare Mps con un’operazione di mercato, senza quindi nuovi aiuti di Stato che farebbero scattare il burden sharing.
Lo si apprende da fonti di stampa, ricordando che dopo la fine dei negoziati con UniCredit i rendimenti dei bond subordinati sono cresciuti mentre sull’azionario il titolo ha perso il 2,4 per cento.
Secondo quanto riporta Il Messaggero, il Tesoro avrebbe iniziato formalmente ieri il confronto con la Commissione UE per un nuovo piano dopo il fallimento della trattativa con UniCredit per la privatizzazione della banca senese
Il quotidiano scrive che sarebbe già stata inviata una richiesta di proroga dei termini, ora fissata a fine 2021, entro cui l’azionista pubblico dovrebbe uscire dal capitale. Nell’articolo si parla di una tempistica “elastica fino a 24 mesi”.
Nel’ambito dell’aumento di capitale il Tesoro aderirà per la sua quota di competenza (64,2% del capitale). Il rafforzamento patrimoniale, aggiunge il giornale, sarà accompagnato da altre misure, tra cui il miglioramento dell’asset quality con la cessione di Npe, la riduzione dei contenziosi (6,2 miliardi), la riduzione dei costi, in primis quello del personale (7-8.000 esuberi) e la cessione degli asset, con la vendita di almeno 300 filiali.
Alcune misure saranno identiche a quelle che erano oggetto di discussione nell’ambito del negoziato con UniCredit, quindi è ancora possibile il coinvolgimento di Mediocredito Centrale e AMCO.
Le tempistiche sono legate ad alcuni fattori come il confronto con Bruxelles sulla ristrutturazione, le valutazioni della BCE anche alla luce dell’esito negativo degli stress test e l’andamento del business, che però aveva dato segnali di miglioramento.
Il MEF punterebbe a formulare un piano flessibile e con una struttura basata su su una tempistica elastica fino a 24 mesi. Non è escludo un ricambio al vertice in seguito. La ricapitalizzazione si dovrebbe attestare su 2,5-3 miliardi, secondo le stime della Vigilanza.
Secondo il Corriere della Sera, l’aumento di capitale salirebbe nell’ordine di 3,5-4 miliardi.
MF scrive di una possibile ripresa del negoziato fra UniCredit e il Tesoro. Diversi osservatori ne sono convinti e indicano nella prima metà del 2022 il periodo propizio per riavviare la trattativa.
Nel frattempo però Siena dovrà comprare tempo a Bruxelles, mettendo a punto una strategia stand-alone di medio termine. La strategia dovrebbe prevedere una nuova operazione di cessione di crediti deteriorati per almeno quattro miliardi, la scissione dei rischi legali in base al piano già definito con Fintecna, uscite di personale nell’ordine di circa 5.000 unità e un aumento di capitale da almeno 3 miliardi di euro.
Infine, secondo Il Giornale, le alternative sul tavolo sono tre: uno spezzatino che coinvolga in una soluzione di sistema i principali operatori finanziari presenti sul territorio, il riavvio della trattativa con UniCredit con condizioni diverse o un eventuale cavaliere bianco, che al momento però non si vede.
Intorno alle 10:20 a Piazza Affari il titolo sale dell’1% a 1,06 euro, rimbalzando dopo il -2,4% lasciato sul terreno ieri. Un andamento in linea con l’indice di settore (+1%).