Royal Dutch Shell ha riportato risultati del terzo trimestre 2021 inferiori alle attese degli analisti. Anche a causa dell’impatto dell’uragano Ida sul business, l’utile netto adjusted è diminuito del 25% rispetto ai tre mesi precedenti a 4,13 miliardi di dollari (955 milioni nel 3Q20), rispetto ai 5,42 miliardi stimati dal consensus.
Shell ha affermato che i minori guadagni riflettono impatti fiscali una tantum, volumi di produzione inferiori, in parte dovuti all’effetto dell’uragano Ida, e un calo dei ricavi da altre operazioni. Nel complesso, Shell stima che l’uragano abbia avuto un effetto negativo di circa 400 milioni di dollari sugli utili.
L’Eps adjusted si è attestato a 53 centesimi, rispetto ai 69 centesimi attesi. Nel trimestre, l’azienda ha riportato una perdita netta di 447 milioni di dollari, che comprende oneri noncash di 5,2 miliardi di dollari. La società ha comunque dichiarato un dividendo trimestrale di 0,24 dollari per azione, invariato rispetto al secondo trimestre.
Il debito è diminuito a 57,5 miliardi dai 65,7 miliardi del trimestre precedente, al di sotto dei 62,3 miliardi attesi dagli analisti dopo un cash flow operativo di 16 miliardi.
Infine, Shell ha fissato un target più ambizioso nel taglio delle emissioni in risposta alle crescenti pressioni esterne, impegnandosi a dimezzare le emissioni di Scope 1 e 2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 2016, nell’ottica di azzerarle del tutto entro il 2050.