Saipem – Nuovo modello organizzativo con 4 distinte aree di business

Per attuare la nuova strategia prevista nel Piano 2022-2025, Saipem adotterà un nuovo modello organizzativo declinato in quattro distinte aree di business, ciascuna con dinamiche, obiettivi e competenze differenti.

La divisione Business “asset -centric” (drilling, vessels, fabrication), basata su una disciplina rigorosa di ottimizzazione degli asset. Questo business genererà un contributo rilevante alla crescita del fatturato e dei margini anche grazie alla focalizzazione su geografie e clienti chiave e alla ripartenza del ciclo.

A fine piano si prevede, rispetto al 2020, la riduzione dei costi per mancato utilizzo dei mezzi per la perforazione di circa l’85% e di circa il 50% per il resto della flotta, anche grazie alle maggiori attività previste collegate al nuovo favorevole scenario.

Il Business “energy carriers”, invece, sarà destinato alla progettazione di impianti complessi o alla loro riconversione “low carbon” con un focus crescente sul migliore bilanciamento rischio/rendimento e con maggiore attenzione alla marginalità.

La strategia prevede l’arricchimento del portafoglio tecnologico attraverso operazioni di corporate venture capital o acquisizioni selettive di competenze come quella effettuata lo scorso anno con “CO2 Solutions”.

La terza divisione riguarda il Business “robotics, digital and industrialized solutions” per lo sviluppo dell’offerta di impianti modulari, ripetibili, scalabili e servizi di monitoraggio e manutenzione basati su tecnologie digitali.

In tale ambito si prevede di strutturare la partecipazione di Saipem nei nuovi progetti offshore wind da svilupparsi con schemi commerciali ed industriali diversi dal passato anche non escludendo eventuali partnership. Nel settore dell’energia eolica flottante, Saipem ha acquisito di recente attività di Naval Energies.

Infine, il Business “infrastrutture sostenibili” per la cresciuta in un settore diventato strategico nel nuovo ecosistema della transizione energetica e della mobilità sostenibile e per il quale il Recovery Fund italiano funzionerà auspicabilmente da acceleratore. Il piano prevede nuovi ordini per infrastrutture di circa 3 miliardi nel quadriennio.