UniCredit ha archiviato il terzo trimestre 2021 con un margine di intermediazione pari a 4.434 milioni (+1,9% a/a), a seguito di una dinamica contrapposta dei ricavi. Il periodo ha registrato un utile netto di 1.058 milioni (+55,4%), beneficiando della tenuta dei costi e del calo delle rettifiche su crediti.
Nel terzo trimestre 2021 l’utile netto sottostante di UniCredit ha raggiunto 1,1 miliardi. La continua robusta performance commerciale, che riflette i punti di forza e l’unicità della rete paneuropea, ha spinto i ricavi a 4,4 miliardi.
Le commissioni hanno prodotto ancora una volta un ottimo risultato nonostante il terzo trimestre risenta solitamente della stagionalità, il NII ha a sua volta registrato un trimestre nel complesso positivo.
I costi sono rimasti pressoché invariati su base annua, pari a 2,4 miliardi, grazie alla continua attenzione all’efficienza e alla rigorosa disciplina dei costi, con un rapporto costi/ricavi del 55,2 per cento. I
l costo del rischio contabile si attesta a 27 punti base, beneficiando di una migliore qualità dell’attivo e di un impatto limitato dal quadro normativo avverso.
Il margine di intermediazione si è fissato a 4.434 milioni (+1,9% a/a), con una dinamica contrapposta tra le varie componenti.
Il margine di interesse è leggermente sceso a 2.271 milioni (-1,4%), con i tassi sui finanziamenti alla clientela che hanno risentito del prezzo delle nuove emissioni che continua ad essere inferiore di quello dei volumi preesistenti, specialmente in Italia.
Le commissione nette sono salite a 1.650 milioni (+12,5%), grazie alla crescita delle commissioni su investimento (+20% a 655 milioni, con le commissioni up-front della raccolta gestita che hanno continuato a registrare un buon andamento, e le commissioni di gestione della raccolta gestita che hanno beneficiano dell’aumento dei volumi medi, soprattutto in Italia e in Germania), delle commissioni su finanziamenti (+10% a 408 milioni, grazie all’attività di Equity/Debt Capital Markets, alla vendita di prodotti assicurativi di protezione del credito in Italia e di garanzie in Germania e Italia), e delle commissioni da servizi transazionali (+6,7% a 587 milioni, grazie anche alla ripresa dell’utilizzo delle carte e dei servizi di pagamento in Italia e in Europa Orientale).
I profitti da trading sono scesi a 354 milioni (-22,2%), in linea con la guidance media di 350 milioni fornita dalla banca in media per trimestre, mentre gli altri ricavi sono cresciuti a 159 milioni (+25,2%), per effetto del contributo positivo di investimenti azionari e di Yapi Kredi.
Sotto controllo i costi a 2.450 milioni (+1,8%), con una leggera crescita del costo del personale (+2,4% a 1.515 milioni), mentre gli altri costi sono leggermente saliti (+0,8% a 935 milioni, con minori spese per recupero crediti, costi immobiliari e di consulenza, che hanno in parte compensato l’aumento dei costi IT e degli ammortamenti). Il rapporto costi/ricavi è stato pari al 55,2% nel terzo trimestre 2021.
Il risultato lordo di gestione si è pertanto fissato a 1.984 milioni (+2%), e, dopo rettifiche su crediti scese a 297 milioni (-59,9%, beneficiando di una migliore qualità dell’attivo e all’impatto limitato del quadro normativo avverso. Il costo del rischio nel terzo trimestre si attesta a 27 pb), il risultato netto di gestione è ammontato a 1.687 milioni (+40,1%).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 1.058 milioni (+55,4%).