Il Gruppo Edison chiude i primi nove mesi del 2021 con ricavi in aumento su base annua del 51,5% a 6.849 milioni.
Un risultato ottenuto principalmente con il contributo della Filiera Attività Gas (+86,7% a 4.214 milioni, il 62% del fatturato totale), grazie soprattutto all’incremento dei prezzi di vendita a seguito del rialzo dello scenario di riferimento.
Positivo anche l’apporto della Filiera Energia Elettrica, i cui ricavi crescono dell’11,4% a 3.106 milioni.
L’EBITDA che si attesta a 676 milioni con un incremento del 32,3%, grazie soprattutto alla positiva performance della Filiera Energia Elettrica (+36,7% a 473 milioni) sostenuta dal contributo di tutti i business: generazione rinnovabile, termoelettrico e vendite ai clienti residenziali.
Più contenuta la crescita della Filiera Attività Gas (+5,1% a 249 milioni), che . Tale risultato racchiude componenti one-off legate all’esito positivo della dismissione di Infrastrutture Distribuzione Gas (IDG).
L’EBIT balza del 75,2% a 296 milioni, da 169 milioni nello stesso periodo del 2020.
L’utile netto di Gruppo è pari a 435 milioni a fronte della perdita di 78 milioni dello stesso periodo del 2020. Un risultato cui contribuiscono anche un beneficio netto d’imposta a seguito dell’esercizio dell’opzione per il riallineamento del valore fiscale di alcuni asset e del goodwill per 230 milioni, nonché dei minori oneri netti legati alle attività E&P ora cedute (170 milioni nei 9M 2020).
Il risultato netto corrente, che esclude l’impatto delle Attività non-Energy e del riallineamento fiscale, è di 326 milioni.
L’indebitamento finanziario al 30 settembre 2021 scende a 407 milioni da 520 milioni di fine 2020, e registra gli investimenti sostenuti nella generazione low carbon, nei servizi energetici e ambientali, oltre alle operazioni straordinarie realizzate nel periodo (tra cui, acquisto del 70% di Edison Rinnovabili, ex E2i Energie Speciali, cessione delle attività E&P in Norvegia e di IDG).
Infine, il management rivede al rialzo le stime per l’EBITDA 2021 in un intervallo compreso tra 830 e 890 milioni (precedentemente tra 770 e 830 milioni), alla luce della “buona performance industriale e di alcuni effetti one-off registrati nel periodo”.