La multiutility bolognese è stata inserita nel MIB® ESG Index di Euronext, il primo indice dedicato alle blue-chip italiane che premia le più efficaci pratiche Environmental, Social e Governance (ESG).
L’indice, attivato in collaborazione con Vigeo Eiris, società di Moody’s ESG Solutions, ha individuato le migliori 40 società italiane quotate che hanno dimostrato una perfetta integrazione tra le performance economiche e i criteri ESG, in linea con i principi del Global Compact delle Nazioni Unite.
“L’inclusione del titolo Hera nell’Indice ESG MIB è un riconoscimento in patria molto importante che suggella quanto ci era già stato riconosciuto all’estero”, esordisce in un’intervista a Market Insight Jens Klint Hansen, Direttore Investor Relations del Gruppo Hera.
“Per noi è certamente un tema molto importante perché il nostro percorso di sostenibilità inizia prima di qualsiasi riconoscimento, ma questi rendono ancora più facile continuare su questa strada perché permettono di attrarre fondi di investimento essenziali per realizzare i progetti previsti nei nostri piani industriali e che promuovono una crescita sempre più sostenibile. Sono riconoscimenti anche strategici perché danno visibilità ai nostri sforzi e aiutano a sviluppare ulteriormente i nostri business nel futuro”, prosegue Hansen.
Riconoscimenti che attestano senza dubbio i notevoli “punti di forza ESG” della multiutility. Lato ambiente, “siamo leader a livello nazionale nel trattamento dei rifiuti che sono altamente inquinanti per l’ambiente”, afferma con orgoglio il Direttore IR. “Abbiamo la possibilità di fare la differenza trasformando e riutilizzando i rifiuti, estraendo energia dai materiali di scarto e rigenerando le plastiche. In questo modo, ogni anno quattro milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti, anziché essere buttati semplicemente nell’ambiente, vengono valorizzati pienamente”.
Rilevante anche la tematica sociale, dato che il 46% delle azioni di Hera è in mano ai Comuni, che “rappresentano il territorio che serviamo e quindi sono il nostro stakeholder più importante”. Inoltre, la società ha “sempre investito sulle persone, promuovendo lo sviluppo personale e professionale dei propri dipendenti”.
Su fronte della governance, “Hera è sempre stata molto trasparente”, dichiara il manager. “Un grande pregio perché in questo settore è un aspetto talvolta spinoso, basti pensare al fatto che l’azionariato è composto da tanti Enti pubblici e che le aziende da questi partecipate sono sempre sotto la lente di ingrandimento”.
A ciò si aggiunge la “permanenza del management che da tanti anni è alla guida del Gruppo e che ha potuto non solo garantire una buona gestione ma anche implementare una strategia di lungo termine, mettendo a terra tanti benefici, anziché focalizzarsi solo sul breve periodo del mandato triennale”.
E certamente l’ingresso nel MIB® ESG porterà importanti impatti positivi al gruppo bolognese. Innanzitutto “la maggiore visibilità offerta da questo nuovo indice, ci aiuta a entrare nei portafogli di quegli investitori che sono più orientati ai temi della sostenibilità. Ciò significa che non avremo tanta pressione attorno ai risultati finanziari trimestrali, aspetto di primaria importanza invece per un investitore che guarda solo ai ritorni. E questo – sottolinea Hansen – perché gli investitori ESG, avendo un più lungo respiro, valorizzano non solo la capacità di crescere ma anche di farlo in modo sostenibile”.
Nel tempo, sicuramente, gli investimenti socialmente responsabili, i cosiddetti SRI, non potranno che aumentare.
Più che avere un obiettivo a medio-lungo termine sull’incidenza degli SRI nel proprio azionariato, Hera segue le dinamiche del mercato. Infatti, “anche se oggi circa 1/3 degli investitori sono SRI, sia nel debito che nell’equity”, spiega il Direttore IR, “le statistiche di mercato dimostrano che questa quota è destinata ad aumentare ogni anno. Ed è opinione diffusa che nel giro di 10 anni probabilmente il 100% degli investitori sarà SRI”. In questa direzione va il “recente lancio del nostro Sustainability-linked Bond, una fonte di finanziamento importante per sostenere i tanti nostri progetti sostenibili”.
Oltre al MIB® ESG di Euronext, Hera è presente nel Dow Jones Sustainability Index sia World che Europe come migliore multiutility a livello mondiale, FTSE4Good Series, Bloomberg Gender Equality Index e nel Diversity & Inclusion di Refinitiv.
In Italia, la multiutility è inclusa anche nell’Integrated Governance Index, dove quest’anno è prima nella classifica nazionale, sia per finanza sostenibile sia per la migliore governance. In questo caso, il Direttore ritiene che “a fare la differenza sia stato il recente inserimento del corporate purpose nel nostro Statuto Sociale, esplicitando il nostro impegno per la sostenibilità che ci caratterizza fin dalla nascita”.
“Essere inseriti in questi indici e avere buoni rating porta sicuramente benefici a livello di azionariato, ma soprattutto a livello reputazionale, fondamentale per ogni azienda in termini di qualità dei rapporti con tutti gli stakeholder”.
“Per noi indici e rating ESG sono il punto d’arrivo di una strategia iniziata vent’anni fa”, evidenzia il Direttore IR. “Negli anni il nostro business si è evoluto acquisendo un’impronta sostenibile sempre più forte e oggi ci consente di presentare piani industriali in cui la crescita economica va di pari passo con la crescita del valore condiviso creato e sostenibile, perfettamente in linea con i goal dell’Agenda 2030 dell’Onu e il Next Generation EU”.
“Alle PMI direi che essere sostenibili può anche essere un punto di partenza per mettere in atto un processo di trasformazione che porti le aziende a diventare sempre più sostenibili. È un processo che si autoalimenta, perché la maggiore sostenibilità del business genera maggiore consenso da parte di tutti gli stakeholders. Penso – conclude Jens Hansen – che sia un ciclo virtuoso che valga la pena abbracciare “per credo” perché in prospettiva i risultati tangibili sosterranno la bontà delle scelte fatte”.