Mercati asiatici – La vittoria di Kishida alle elezioni spinge i listini giapponesi

Seduta contrastata per i principali listini asiatici con gli investitori che sono rimasti divisi tra elezioni in Giappone e i segnali di debolezza economica provenienti dalla Cina.

A sostenere il sentiment nel Paese del Sol Levante le aspettative di un governo stabile e di maggiori stimoli fiscali dopo che il partito del primo ministro Fumio Kishida ha conservato la maggioranza alle elezioni parlamentari.

In Cina pesano invece i timori per i recenti focolai di COVID-19 nel Paese che hanno frenato consumi, turismo e, nel complesso, il settore dei servizi.

Timori confermati dagli indicatori PMI scesi per il secondo mese consecutivo sia nel manifatturiero (da 49,6 a 49,2), sempre più in area di contrazione, sia nel non manifatturiero (da 53,2 a 52,4), ancora nell’area di espansione, seppure ridotta.

Gli operatori sono intanto in attesa delle riunioni delle banche centrali di questa settimana negli Usa, Regno Unito e in Australia.

La Federal Reserve dovrebbe dare un annuncio definitivo sulla riduzione degli acquisti di asset dopo che nei giorni scorsi il presidente Jerome Powell aveva anticipato che è tempo di iniziare il tapering, ritenendo invece che non sia il momento di alzare i tassi d’interesse, che resterebbero così ai minimi storici.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro quota 1,1554 e il dollaro/yen a 114,34. Tra le materie prime petrolio in calo frazionale con il Brent (-0,2%) a 83,56 dollari al barile e il Wti (-0,5%) a 83,19 dollari al barile. Oro a 1.785 dollari l’oncia (+0,1%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen segnano rispettivamente -0,1% e +0,5%. Hong Kong a -1%.

Bene il Giappone con Nikkei +2,6% e Topix +2,2%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di venerdì a Wall Street: Nasdaq +0,3%, S&P 500 e Dow Jones, entrambi +0,2%.