Poste Italiane – “L’ingresso nel MIB ESG un riconoscimento al nostro impegno nella sostenibilità”

Poste Italiane è stata inclusa nel primo indice MIB ESG lanciato da Euronext e Borsa Italiana dedicato alle blue-chip italiane che attuano le migliori pratiche ESG.

L’indice include le migliori 40 società selezionate sulla base dei criteri ESG in linea con i principi del Global Compact delle Nazioni Unite e ponderate in base alla capitalizzazione del flottante.

In una dichiarazione rilasciata a Market Insight il gruppo Poste Italiane afferma:

“L’ingresso nel nuovo indice MIB ESG, conferma e premia l’impegno che Poste Italiane ha messo in campo negli ultimi anni per attuare una strategia di sostenibilità strutturata e pienamente coerente con gli obiettivi di business. Infatti, valori come l’integrità e la trasparenza, la cura delle persone, il rispetto dei territori e dell’ambiente e la gestione responsabile delle attività finanziarie rappresentano non soltanto un presupposto fondamentale per fare impresa in modo eticamente corretto, contribuendo al benessere e al successo sostenibile della collettività, ma suggeriscono anche la strada migliore da percorrere per garantire il successo nel medio e lungo periodo”.

“Da oltre tre anni Poste Italiane ha intrapreso un percorso molto significativo nell’ambito della sostenibilità, che vede al centro dei progetti le esigenze delle nostre persone e dei clienti, le comunità in cui operiamo e la tutela dell’ambiente. La prospettiva di lungo periodo adottata e la realizzazione di progetti su larga scala hanno permesso il conseguimento di un vantaggio competitivo sul mercato e di rispondere in maniera tempestiva ai bisogni della società”.

“Il punto di forza del gruppo nella gestione delle tematiche ESG risiede nell’adozione di un approccio integrato alla conduzione dell’impresa, che vede coesistenza di valutazioni finanziarie e di impatti di sostenibilità nelle decisioni aziendali. Questo approccio è reso evidente dal processo di creazione di valore di Poste Italiane, che ha come fondamento il modello di business”.

“Tale modello è la risultante di una serie di scelte strategiche, individuate nell’interesse dell’azienda e dei vari portatori d’interesse, e che si concentrano sull’investimento nelle principali forme di capitale, quali: finanziario, umano, fisico-strutturale, intellettuale, sociale e naturale. Questi capitali rappresentano gli asset su cui si fonda il successo sostenibile di Poste Italiane, ma anche sui quali la stessa impatta con le sue attività, contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite”.

“La presenza di una società all’interno di indici di sostenibilità è un aspetto di crescente interesse nella valutazione degli investitori che, con un’inclinazione sempre maggiore, prendono in considerazione anche le performance non finanziarie nella composizione dei loro portafogli d’investimento, ritenendo le imprese performanti in ambito ESG meno rischiose nel medio-lungo termine rispetto ad aziende che non prendono in considerazione le tematiche ambientali, sociali e di governance nelle proprie scelte strategiche”.

“La crisi sanitaria, che abbiamo vissuto e che lentamente sta volgendo al termine, è stato un ulteriore fattore abilitante che ha fatto maturare negli investitori una nuova convinzione, ovvero che non solo la conduzione del business in maniera sostenibile permetta di migliorare i risultati economici delle società, ma soprattutto consenta a quest’ultimi di avere un controllo maggiore rispetto alle performance dei propri portafogli finanziari”.

“L’ingresso all’interno del nuovo indice ESG di Borsa Italiana mette in risalto il ruolo di Poste Italiane all’interno dello scenario descritto, e consentirà senz’altro al gruppo di attrarre nuovi capitali, conquistando l’attenzione e la stima degli investitori che condividono e credono nel nostro progetto. Inoltre, il riconoscimento assume particolare rilevanza alla luce delle evoluzioni intervenute nell’ambito della normativa europea, dove il regolamento sulla EU Taxonomy condurrà nei prossimi anni gli attori del mondo finanziario e non verso una crescente e puntuale rendicontazione del proprio impegno sui temi della sostenibilità, innalzando sensibilmente l’asticella degli investimenti in ambito ESG”.

“A fine 2020, l’azionariato di Poste Italiane presentava un flottante di mercato pari al 35,34% del totale, di cui la quota di investitori istituzionali che hanno perseguito i propri obiettivi di investimento integrando i criteri ESG risultava essere pari al 27%. Il gruppo non si è posto un target specifico da raggiungere in merito al numero di investitori socialmente responsabili presenti tra il proprio azionariato, ma risulta intuitivo per noi auspicare che tale percentuale possa crescere in misura sempre maggiore al fine di conseguire l’allineamento degli investitori alla strategia ESG del gruppo nella determinazione delle proprie scelte di investimento”.

“Con riferimento al tema degli investimenti responsabili, è bene specificare inoltre che il gruppo è pienamente consapevole del contributo che il settore finanziario possa dare allo sviluppo sostenibile del Paese, ed è per questo motivo che la finanza sostenibile rappresenta uno dei pilastri della strategia che l’Azienda ha implementato per il raggiungimento degli obiettivi in materia di sostenibilità”.

“Infatti, la strategia di gruppo in ambito di finanza sostenibile trova concretezza in una serie di specifici e misurabili obiettivi, tra cui i principali sono: il raggiungimento del 100% di prodotti d’investimento di Poste Vita che presentano elementi ESG, entro il 2024; l’incremento degli investimenti di BancoPosta Fondi SGR che prevedono l’integrazione di criteri ESG, raggiungendo entro il 2022 il 50% del totale degli AUM dei Fondi in collocamento con benchmark composti da Indici ESG per i Fondi a benchmark, o con politiche di investimento che prevedono specifici criteri di selezione degli strumenti finanziari legati a fattori ESG, per i Fondi privi di benchmark; favorire l’inclusione finanziaria delle categorie sociali più vulnerabili attraverso lo sviluppo di prodotti dedicati entro il 2021; in ultimo, l’impegno ad effettuare il monitoraggio della carbon footprint dei portafogli d’investimento, raggiungendo il 100% delle gestioni attive entro il 2021″.

“Poste Italiane ha conseguito nel tempo una crescita costante sostenuta da una strategia di sostenibilità solida e coerente con i propri obiettivi di business, portando all’ingresso del gruppo all’interno di numerosi indici di sostenibilità con risonanza mondiale. Primo tra tutti è il Dow Jones Sustainability World Index e il più restrittivo segmento Europe, nei quali l’Azienda è presente da due anni”.

“A questi, sono seguiti altri importanti ingressi in indici altrettanto prestigiosi: il Bloomberg Gender-Equality Index (GEI), il FTSE4GOOD e l’Euronext Vigeo-Eiris World 120. Con riferimento a quest’ultimo, direttamente collegato anche alla presenza di Poste Italiane nel nuovo indice di Borsa Italiana MIB® ESG, l’azienda si è posizionata al primo posto all’interno del settore “Transport and Logistics” dell’Area EMEA e al primo posto nella classifica “Universo”. Sul tema della parità di genere, l’azienda è entrata a far parte anche della top five della classifica sulla gender equality delle società appartenenti all’indice FTSE MIB della Borsa di Milano, stilata da Equileap”.

“Inoltre, Poste Italiane si è posizionata all’interno della “Silver Class” nel Sustainability Yearbook 2021 di S&P Global, ha ottenuto il rating “A” da MSCI e un rating pari a 1 (il massimo) negli ambiti Environment e Social da parte dell’Institutional Shareholder Services (ISS). Infine, l’Azienda è stata riconosciuta da CDP come leader nella lotta al cambiamento climatico, figurando all’interno della fascia “Leadership” con rating “A-”.

“Nel complesso, indici diversi ed eterogenei, ciascuno dei quali è caratterizzato da elementi distintivi rilevanti per i diversi aspetti della sostenibilità nella sua concezione più ampia. “Alcuni di questi indici si focalizzano su specifiche dimensioni della sostenibilità come la parità di genere (Bloomberg Gender-Equality Index) o la lotta al cambiamento climatico (CDP), con l’obiettivo di individuare i protagonisti e le best practice in grado di ispirare le aziende mondiali su tali tematiche. Altri indici invece analizzano tutte e tre le dimensioni della sostenibilità, dando una chiara e comprensiva valutazione delle performance ESG delle aziende presenti al loro interno”.

“La presenza del gruppo in un numero così elevato di indici è la prova della bontà delle scelte portate avanti e del percorso di sostenibilità intrapreso, e ha consentito all’azienda di consolidare la propria reputazione, un asset fondamentale per aumentare la competitività sui mercati e accrescere la fiducia che da anni cittadini, istituzioni e investitori ripongono in Poste Italiane, dando dimostrazione di come le performance economiche possano essere conseguenza, e non il presupposto, della creazione di valore per le nostre persone, i clienti e per i territori in cui operiamo”.

“Con riferimento alle PMI, sulla base della nostra esperienza possiamo rilevare l’importanza della definizione di un Piano Strategico ESG che preveda obiettivi di sostenibilità di ampia veduta, misurabili e che contemplino le esigenze della società prendendo in considerazione i trend mondiali per intercettare i bisogni futuri. Tali obiettivi devono essere inoltre integrati all’interno del più ampio Piano Industriale dell’azienda, in maniera tale da permeare l’intera organizzazione e intraprendere una direzione comune”.

“È importante, dunque, per qualsiasi azienda, non considerare la sostenibilità come un elemento a sé stante ma integrarla in maniera coerente e capillare all’interno del proprio core business riuscendo così a creare valore condiviso duraturo nel tempo per l’impresa e per il territorio in cui questa opera”.

“In considerazione della centralità assunta dai temi legati alla sostenibilità e alla finanza sostenibile nel dibattito internazionale, ad oggi diventa fondamentale anche per le piccole e medie imprese dare disclosure del valore generato per la comunità attraverso indicatori di carattere non-finanziario, ciò soprattutto alla luce del ruolo sociale che le PMI possono ricoprire data la loro vicinanza alle comunità, la loro prevalenza sul territorio e il loro peso sul PIL italiano. Del resto, ormai è chiaro come gli esperti in ambito ESG stiano progressivamente estendendo il proprio campo di analisi anche alle piccole e medie imprese (PMI) italiane, proprio in virtù del loro ruolo nell’economia nazionale, con l’obiettivo di individuare le aziende più performanti nell’ambito della sostenibilità. Le PMI hanno così l’opportunità di dimostrare la loro capacità di contribuire ad uno sviluppo sostenibile e al raggiungimento degli obiettivi dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”.

“Se da una parte sono comprensibili i dubbi delle piccole e medie imprese italiane nell’approcciarsi al mondo delle agenzie di rating, per via delle numerose e complesse richieste informative e dell’investimento economico da prevedere per supportare gli adempimenti necessari, dall’altra è fondamentale comprendere il ruolo che tali agenzie e i rispettivi indici possono svolgere nella crescita economica e anche nell’internazionalizzazione di una piccola o media impresa”.

“L’inserimento in prestigiosi indici ESG può avere un forte impatto sulla reputazione di un’azienda e sulla percezione che gli investitori hanno di quest’ultima, ciò permetterebbe, dunque, anche alle PMI di poter intercettare somme determinanti di capitali per effettuare gli investimenti necessari ad accrescere il grado di integrazione della sostenibilità in azienda”.

“In questo scenario, un ruolo fondamentale è ricoperto dalle istituzioni, le quali devono essere in grado, attraverso specifici interventi economici e legislativi, di mettere in condizione anche le imprese più piccole di intraprendere un percorso verso il successo sostenibile, individuando nell’integrazione delle pratiche di sostenibilità in azienda una fonte di benefici economici e sociali derivanti da una migliore gestione dei rischi ESG e da una maggiore competitività rispetto agli altri player sul mercato”.

“Con riferimento all’armonizzazione dei rating, è bene sottolineare anzitutto che per poter permettere alle imprese, PMI o grandi che siano, di partecipare in modo ottimale alle valutazioni ESG delle performance, è necessario superare alcune criticità insite nel funzionamento stesso degli indici”.

“Un primo punto potrebbe essere quello di provvedere alla creazione di canali comunicativi facilmente accessibili che consentano alle imprese di intrattenere un rapporto diretto con gli analyst, i quali avranno il compito altresì di aiutare i responsabili a livello aziendale a comprendere al meglio quali sono i criteri sui quali la valutazione è costruita, mettendo inoltre a disposizione delle aziende valutate l’opportuno materiale informativo, fermo restando l’impegno a garantire integrità e indipendenza nelle valutazioni”.

“In secondo luogo, le agenzie di rating potrebbero ottenere delle valutazioni più accurate se le richieste informative che compongono i diversi indici fossero definite in maniera più equilibrata, prendendo in considerazione l’esistenza di differenti sistemi economici e normativi tra i vari stati in cui operano le società sottoposte a valutazione, evitando, dunque, che l’appartenenza o meno ad una determinata area e cultura economica o legislativa possa creare uno svantaggio nella partecipazione all’assessment”.