Carel Industries ha chiuso i primi nove mesi del 2021 con ricavi in crescita del 25,1% a 310,3 milioni (+26,2% a cambi costanti). A parità di perimetro, al netto del contributo derivante dall’inclusione nel perimetro di consolidamento di CFM ed Engina, pari a circa 9,4 milioni, l’incremento sarebbe stato pari al +21,4%.
Rispetto al pari periodo 2019, che non comprende l’impatto della pandemia, l’aumento dei ricavi risulta superiore al 20%.
Nel terzo trimestre dell’anno, il Gruppo ha registrato una crescita in parità di perimetro del 15% nonostante lo shortage di materiale elettronico, grazie anche ad una serie di contromisure, come il “chip-pivoting”, che hanno consentito un ulteriore miglioramento della flessibilità e resilienza.
A livello geografico, nei nove mesi l’Emea (Europa, Medio-Oriente, Africa) ha segnato un +25,2% a 224 milioni, l’Apac un +31% a 46 milioni, il Nord America un +16% a 33 milioni (+22,5% a cambi costanti) e il Sud America un +35,8& a 7 milioni (+48,8% a cambi costanti).
Per quanto riguarda le singole aree di business, la Refrigerazione ha segnato un +29,8% a 106 milioni, mentre il segmento HVAC ha segnato un +23,1% a 200,5 milioni.
L’Ebitda è aumentato del 36,1% a 66 milioni con una marginalità al 21,3% (+170 punti base), beneficiando dell’effetto della leva operativa e delle misure di contenimento dei costi, che hanno assorbito l’impatto negativo dei cambi valutari e l’effetto di maggiori costi delle materie prime. Al netto di alcune spese non ricorrenti principalmente legate alle attività di M&A, l’Ebitda del periodo sarebbe stato pari a 68,0 milioni (21,9% dei ricavi).
L’utile netto è cresciuto del 48,2% a 38,8 milioni, anche grazie a un tax rate più favorevole (20,8%) rispetto a quello del corrispondente periodo dell’anno passato (23,0%) principalmente a causa di un migliore mix ricavi/paesi.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è aumentato a 68,5 milioni rispetto ai 49,6 milioni al 31 dicembre 2020. Al netto dell’impatto derivante dalle acquisizioni effettuate nel corso del primo semestre dell’anno, pari a 35 milioni, l’indebitamento si attesterebbe a 33,5 milioni (inclusivo dell’effetto contabile legato all’applicazione dell’IFRS16 pari a 28,2 milioni).
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, il Gruppo ritiene di poter porsi nella parte medio alta delle guidance già fornite in occasione della presentazione dei dati del semestre: la previsione è di chiudere il 2021 con una crescita dei ricavi consolidati tra il 17% e il 19% (a parità di perimetro di consolidamento).