Rispetto alle stime formulate nel bilancio 2020 che evidenziavano uno shortfall già a partire dal primo trimestre 2021 con una crescita a 1,5 miliardi al 1° gennaio 2022, Mps evidenzia che anche al 30 settembre 2021, come nei due trimestri precedenti, non è emerso alcuno shortfall né si prevede che lo stesso emerga nei 12 mesi dalla data di riferimento, ovvero entro il 30 settembre 2022.
L’azzeramento dello shortfall atteso a 12 mesi deriva dagli effetti delle azioni di capital management già realizzate, dall’evoluzione del capitale e dei risk weighted assets e dalla previsione che l’aggiornamento dei modelli interni alle EBA Guidelines avvenga oltre l’orizzonte di valutazione.
La posizione patrimoniale è stimata tenendo conto dei risultati dei primi nove mesi dell’esercizio e dell’andamento atteso per l’esercizio 2021, dati che assumono la conferma del modello di business/operativo attuale e non includono l’operazione di rafforzamento patrimoniale, o altri contributi straordinari di capitale, o emissioni subordinate.
Si evidenzia, altresì, che al 1° gennaio 2023, considerando la riduzione programmata di capitale collegata al phase-in IFRS9 e assumendo il pieno recepimento nel corso del quarto trimestre 2022 degli effetti inflattivi sui risk weighted assets connessi alle evoluzioni sui modelli di misurazione del rischio di credito per effetto delle EBA Guidelines, lo shortfall sull’aggregato patrimoniale Tier1 potrebbe arrivare a 500 milioni.
Tale shortfall potrebbe essere mitigato o annullato da alcune iniziative di capital management a disposizione del gruppo.
Con riferimento a una possibile “soluzione strutturale”, come noto, UniCredit e il MEF hanno comunicato il 24 ottobre scorso l’interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro selezionato di Mps. Attualmente l’accesso alla virtual data room è consentito solo ad AMCO.
A valle di tale comunicato e preso atto della attuale impercorribilità di una “soluzione strutturale” è stata avviata una preliminare interlocuzione con l’azionista di riferimento che, nel confermare il supporto all’attività della banca, ha informato il management di contatti già intercorsi con DG Comp, finalizzati a una proroga della presenza del MEF nell’azionariato di Mps e alle necessarie iniziative sul capitale che la banca dovrà assumere.
Tenuto conto di quanto sopra, la banca procederà alla revisione del proprio business plan per il nuovo arco temporale 2022-2026. La revisione potrebbe contenere ulteriori elementi di discontinuità rispetto a quanto già ipotizzato in vista delle precedenti discussioni con DG Comp.
Tale iniziativa è propedeutica a un aumento di capitale a condizioni di mercato da realizzarsi nel 2022, in relazione al quale, sulla base delle interlocuzioni in corso, è ragionevole attendersi il sostegno del socio di riferimento.
In tale contesto, la DG Comp e la BCE dovrebbero valutare, per quanto di competenza, l’intervento dello Stato sulla base della viability stand alone della capogruppo alla luce di quanto verrà indicato nel nuovo business plan.
Non può escludersi che, nell’ambito di tale valutazione possano insorgere, in linea di principio, elementi allo stato non prevedibili che potrebbero incidere sul percorso di rafforzamento patrimoniale della capogruppo e sulla struttura e realizzabilità di un aumento di capitale a condizioni di mercato.
Alla luce della proposizione nel corso del 2022 del possibile aumento di capitale, anche in assenza di emissioni di titoli di debito nel corso del 2021, potrebbe presentarsi al 1° gennaio 2022 un temporaneo breach dei requisiti MREL. Lo sconfinamento sarebbe destinato a rientrare al momento del riferito aumento di capitale.
Si segnala, inoltre, che nel mese di ottobre è stato eseguito l’accordo con la Fondazione Mps per la definizione di tutte le controversie insorte fra le parti. L’accordo con la Fondazione Mps ha comportato la chiusura delle richieste risarcitorie per 3,8 miliardi avanzate dall’ente a fronte di un corrispettivo di 150 milioni versato dalla Banca.
La riduzione di quasi il 40% del petitum dei rischi legali costituisce un significativo fattore abilitante per qualunque operazione funzionale al miglioramento della posizione patrimoniale.
Considerati tali elementi e i significativi miglioramenti registrati dal gruppo nel corso del 2021 sotto il profilo patrimoniale e di quelli attesi in termini di riduzione dei rischi, si ritiene che lo shortfall patrimoniale sopra indicato potrà essere superato attraverso un’operazione di rafforzamento patrimoniale su base stand alone, previa approvazione da parte della DG Comp del nuovo business plan 2022-2026 attualmente in fase di predisposizione.
L’implementazione di tale piano industriale potrebbe essere soggetta a successivi aggiornamenti alla luce dell’evoluzione dello scenario macroeconomico e, comunque, subire modifiche, anche rilevanti, qualora si determinassero nuovamente i presupposti per la realizzazione di una eventuale “soluzione strutturale” mediante l’implementazione di un progetto aggregativo.
Al riguardo, pur valutata la rilevante incertezza relativa alle modalità di esecuzione del rafforzamento patrimoniale, è ragionevole ritenere che la banca continui a operare come un’entità in funzionamento in un futuro prevedibile ritenendo altresì appropriato l’utilizzo del presupposto della continuità aziendale nella predisposizione del resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2021.