Bper ha chiuso il terzo trimestre 2021 con un margine di intermediazione pari a 892,4 milioni, a seguito dell‘ingresso nel perimetro di consolidamento delle filiali ex Ubi e degli sportelli ex Intesa Sanpaolo acquisite dalla stessa Intesa Sanpaolo. Il periodo si è chiuso con un utile netto di 84,4 milioni, dopo avere contabilizzato 80 milioni relativi al contributo stimato per il Fondo di Garanzia dei Depositi.
Il margine di intermediazione si è fissato a 892,4 milioni, beneficiando sia della buona performance commerciale che della piena contribuzione del ramo acquisito.
Il margine di interesse si è attestato a 391,1 milioni. Tra le componenti principali si è registrato un contributo dei fondi TLTRO-III al netto degli interessi pagati sulle somme depositate presso BCE pari a 80,9 milioni e un apporto del portafoglio titoli per 80,7 milioni.
Le commissioni nette sono state pari a 438,5 milioni, beneficiando principalmente di flussi in aumento di raccolta netta del risparmio gestito e bancassurance, tenuto conto della stagionalità del periodo.
I profitti da trading sono ammontati a 52,9 milioni, grazie agli utili derivanti dalle cessioni di attività finanziarie e alla buona performance realizzata dai mercati, mentre gli altri ricavi si sono fissati a 9,9 milioni.
I costi operativi si sono attestati a 517,8 milioni. In dettaglio, le spese per il personale sono ammontate a 318,3 milioni, beneficiando della consueta stagionalità del periodo, mentre gli altri costi sono stati pari a 204 milioni.
Tali dinamiche hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 374,6 milioni e, dopo rettifiche su crediti per 138,8 milioni, il risultato netto di gestione è ammontato a 235,8 milioni.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 84,4 milioni, dopo avere contabilizzato 80 milioni relativi al contributo stimato per il Fondo di Garanzia dei Depositi.