Brembo ha chiuso i primi nove mesi del 2021 con ricavi in crescita del 30,9% a 2,04 miliardi (+32,6% a cambi costanti). A parità di cambi e di perimetro (quest’ultimo a seguito dell’acquisizione della società danese SBS Friction con effetto dal 1° gennaio 2021) l’incremento sarebbe del 31,7%.
Rispetto ai primi nove mesi del 2019, i ricavi hanno evidenziato un incremento del 3,6%.
Tra i segmenti in cui opera il gruppo, il settore auto ha segnato un +26,3% a 1,48 miliardi, le applicazioni per motocicli un +64% a 242 milioni (+54,9% a parità di perimetro), quelle per i veicoli commerciali un +35,3% a 221 milioni e le competizioni un +29,6% a 98 milioni.
A livello geografico, le vendite sono aumentate in Italia del 39,4%, in Germania del 29,9%, in Francia del 18,7% e nel Regno Unito del 31,6% (+30,9% a cambi costanti). L’India è crescoita del 43,9% (+51,7% a cambi costanti), la Cina del 32,5% (+30,9% a cambi costanti) e il Giappone del 27,5% (+27,2% a cambi costanti). Il mercato nordamericano (Stati Uniti, Messico e Canada) è in crescita del 27,1% (+34,0% a cambi costanti), mentre quello sudamericano (Brasile e Argentina) ha registrato un +32,4% (+46,6% a cambi costanti).
L’Ebitda è aumentato del 42,9% a 381,7 milioni, con una marginalità al 18,7% (+160 punti base), mentre l’Ebit è più che raddoppiato a 224,1 milioni, con un’incidenza sui ricavi all’11% (+390 punti base).
L’utile netto è passato dai 71,7 milioni al 30 settembre 2020 a 168,7 milioni, grazie al miglioramento della gestione finanziaria e nonostante l’aumento del tax rate.
In particolare, gli oneri finanziari netti e da partecipazioni ammontano a 0,6 milioni (18,1 milioni al 30 settembre 2020); tale voce è composta da differenze cambio positive per 3,4 milioni (7,8 milioni negative al 30 settembre 2020), da oneri finanziari per 8,0 milioni (10,3 milioni al 30 settembre 2020) e da proventi finanziari da partecipazioni per 4,0 milioni (48 migliaia al 30 settembre 2020).
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è aumentato a 483 milioni dai 385 milioni al 31 dicembre 2020. Senza gli effetti dell’IFRS 16 l’indebitamento finanziario netto sarebbe pari a 277,5 milioni.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, il gruppo continua a monitorare e gestire le forti tensioni sui costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti. La carenza di componenti elettronici che sta colpendo il settore automotive e che si protrarrà anche nei mesi a venire, pur non avendo conseguenze dirette sulla produzione di Brembo, crea tuttavia una notevole volatilità negli ordini da parte dei clienti, non consentendo una saturazione ottimale della capacità produttiva.
Per l’intero esercizio 2021, il gruppo ha confermato la previsione di crescita dei ricavi tra il 20% e il 25% rispetto allo scorso anno, mentre ha limato la stima sull’Ebitda margin atteso ora tra il 18% e il 19% (19,5% la precedente indicazione).