Fineco ha chiuso il terzo trimestre 2021 con un margine di intermediazione pari a 193,4 milioni (+6,6%), grazie al contributo significativo delle commissioni nette. Il periodo si è chiuso con un utile netto di 72,6 milioni (+11,1%), grazie anche a una crescita meno che proporzionale dei costi operativi rispetto al giro d’affari.
“Chiudiamo i primi nove mesi dell’anno con risultati in forte crescita, che confermano la solidità della banca e ancora una volta la forza del modello di business ben diversificato e sostenibile. In un contesto che vede proseguire l’accelerazione della digitalizzazione in tutti gli ambiti della società, il dna tecnologico che dalla sua nascita contraddistingue Fineco pone la nostra piattaforma integrata in una situazione ideale per offrire la risposta più efficace a una clientela sempre più interessata a investire”.
È con queste parole che Alessandro Foti, Ad e Dg di Fineco, ha commentato i conti del terzo trimestre 2021.
I dati e le variazioni riportati relativo ai risultati trimestrali sono esposti al netto delle poste non ricorrenti. Al fine di fornire una migliore rappresentazione dei ricavi Investing, sono state ri-proformate le commissioni nette, che ora ricomprendono le efficienze di costi ottenute da Fineco Asset Management relative alla ristrutturazione dei fondi (precedentemente nella voce “Saldo altri proventi/oneri”) e i costi collegati alla Rete di PFA precedentemente inclusi nella voce “Altre spese amministrative” (reclutamento, loyalty, FIRR, Enasarco, altro).
Il margine di intermediazione è ammontato a 193,5 milioni (+6,6% a/a), al cui interno le commissioni nette sono salite a 110,1 milioni (+19,3%), principalmente grazie alle commissioni generate dall’area Investing (71,4 milioni; +29,9%).
In calo il margine di interesse (-10% a 61,8 milioni), a causa soprattutto della discesa
dei tassi d’interesse di mercato.
I profitti da trading sono scesi a 15,6 milioni (-23,9%), a causa dei minori ricavi da Brokerage per effetto principalmente della minore volatilità di mercato. Tale calo è stato più che assorbito dalla crescita dei profitti legati alla gestione della tesoreria (passati da -0,1 milioni a +7,4 milioni).
I costi operativi sono aumentati a 61,5 milioni (+4,5%), per effetto principalmente delle maggiori spese collegate alla crescita del business. Il costo del personale è cresciuto a 27,4 milioni (+11,4%), mentre gli altri costi sono rimasti stabili a 34 milioni (-0,6%).
Le dinamiche sopra esposte hanno determinato un risultato lordo di gestione pari a 132 milioni (+7,6%) e, dopo rettifiche su crediti per 0,4 milioni (riprese di valore per 0,1 milioni nel terzo trimestre 2020), il risultato netto di gestione si è fissato a 131,6 milioni (+7,2%).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 72,6 milioni (+11,1%), dopo avere contabilizzato profitti netti da investimenti per 0,3 milioni, favoriti dal miglioramento degli scenari macroeconomici, e accantonamenti e altri oneri in calo a 31,1 milioni (-2,9%).