Un fondo esuberi di Mps per l’uscita anticipata, in un quinquennio, di circa 4 mila dipendenti costerebbe alla banca circa 950 milioni da spesare nel primo anno e quindi sul bilancio 2022.
Lo ha sottolineato, a titolo di esempio, il Ceo Guido Bastianini nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Banche.
L’ipotesi è di un fondo esuberi con una permanenza massima dei dipendenti per cinque anni con tasso di adesione all’80% e cinque finestre di uscite (una l’anno). La riduzione del costo del personale, spiega Bastianini, sarebbe pari a 315 milioni a fine piano, nel 2026.
L’istituto, dopo l’interruzione del negoziato tra il Tesoro e UniCredit per un’aggregazione con Mps, ha avviato la revisione del piano industriale approvato a inizio anno e intende allungarlo al quinquennio 2022-2026.
Nel nuovo piano di darà attenzione “al perimetro gruppo cercando di eliminare quelle componenti che non profittevoli e comunque riesaminandole con attenzione”, ha spiegato il manager.
“Se lo dicessi oggi il capitale necessario avrei già completato il piano industriale, non lo dico non per essere omissivo ma perché un aumento di capitale va ponderato bene innanzitutto per le iniziative che sono il presupposto, una revisione delle iniziative strategiche che riguarderanno il perimetro del gruppo”, ha aggiunto l’Ad.
Il nuovo piano, che sarà alla base delle trattative tra il Tesoro e la Dg Comp della Commissione Europea, avrà un cantiere di “due mesi”, ha precisato il manager.
L’aumento sarà di mercato, per non essere classificato come aiuto di Stato sulla base del presupposto di una banca “in grado di camminare sulle proprie gambe”, ha aggiunto Bastianini.
La banca analizzerà i possibili passi per ridurre ulteriormente i suoi rischi legali e di credito, riducendo anche le dimensioni del gruppo, ha spiegato inoltre l’Ad.