UniCredit – Orcel: “Per Mps chiaro dall’inizio che serviva aumento di capitale significativo”

“Era ben noto ad entrambi le parti sin dall’inizio che operazione sarebbe stata possibile solo previo un ulteriore apporto significativo di capitale in Mps, non solo per “le condizioni concordate ma anche per le condizioni di Mps come, peraltro, confermato dai recenti stress test. Ciò che invece è emerso nelle discussione è che l’ammontare di capitale necessario era più significativo di quanto il MEF si aspettasse e quindi è stato considerato dal MEF eccessivo”.

Lo ha affermato Andrea Orcel, Ceo di UniCredit, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche presieduta da Carla Ruocco.

“Una capitalizzazione (di Mps, ndr) inferiore rispetto a quanto emerso avrebbe significato per UniCredit concludere l’operazione in termini diversi da quelli concordati e annunciati pubblicamente e sulla base dei quali si era formato il consenso dei nostri stakeholder. Raggiungere un accordo a condizioni non coerenti con i presupposti concordati non sarebbe stato nell’interesse di Uci e dei suoi azionisti e a mio avviso neanche della stabilita’ del sistema bancario nazionale”, ha aggiunto il manager.

UniCredit ha fatto quindi tutto il possibile, “abbiamo cercato e proposto diverse alternative” per ridurre il fabbisogno di capitale identificato ma tutte si sono rivelate insufficienti a permettere alle parti di proseguire nella trattativa”, ha proseguito il Ceo.

Il rilancio della banca senese, secondo Orcel, “appare solamente avviato. Abbiamo fatto del nostro meglio per raggiungere un accordo” in linea con i paletti fissati d’accordo con il Tesoro a fine luglio.

“Il mercato, che aveva mostrato apprezzamento per gli accordi raggiunti a luglio, ha reagito in modo misurato anche all’annuncio che non ci sarebbe stato seguito all’operazione”, ha precisato Orcel, aggiungendo che “l’impostazione della trattativa su basi concordate e rese pubbliche in anticipo è stata fondamentale, da un lato, per fornire le necessarie rassicurazioni al mercato, garantendo stabilità ai titoli quotati di entrambe le banche, e dall’altro per chiarire dal principio quali fossero i parametri all’interno dei quali andava cercata la possibilità per lo Stato di uscire da Mps, rispettando gli impegni presi e, allo stesso tempo, preservando quanto più possibile la banca, i suoi dipendenti e, in definitiva e a nostro avviso, anche i contribuenti”.

“Nei più recenti stress test condotti dall’Autorità Bancaria Europea ha mostrato di avere la posizione patrimoniale più debole fra tutte le banche europee che vi hanno preso parte e il cui rilancio, ancora in corso, appare solamente avviato”, ha proseguito l’Ad.

“Nonostante i margini di manovra fossero ristretti, abbiamo comunque cercato e proposto diverse alternative a nostro avviso utili a ridurre il fabbisogno di capitale identificato, ma tutte si sono rivelate insufficienti a permettere alle parti di proseguire nella trattativa”, ha fatto presente Orcel.

“I network di Mps e UniCredit hanno un grado di sovrapposizione praticamente nullo, in queste operazioni non è normale ed è positivo; potevamo integrare i due network potenziandoci mutualmente senza dover fare tagli significativi sulla parte commerciale. l’operazione avrebbe mosso il baricentro di UniCredit verso il Centro-Nord, che per noi è importante, e avrebbe creato un concorrente più forte da affiancare al concorrente leader”, ha illustrato il manager.

“Un marchio di quel tipo per noi ha un valore e per questo avevamo prospettato varie alternative per valorizzarlo”, ha sottolineato poi Orcel.

Secondo indiscrezioni riportate da Il Messaggero, per finalizzare il deal Mps Orcel ecco avrebbe proposto un aumento di capitale a carico del Tesoro di 6,3 miliardi per il perimetro allargato, cioè l’intero gruppo, comprendente anche capital services, factoring, leasing e Consorzio operativo, senza Npl, rischi legali e 7 mila esuberi”.

Ma anche questa proposta non avrebbe trovato d’accordo il MEF, portando alla consensuale interruzione del negoziato.