Carige ha archiviato i primi nove mesi del 2021 con un margine di intermediazione pari a 306,8 milioni.
Si segnala che, essendo il mese di gennaio 2020 ricompreso nel bilancio della gestione commissariale, i dati economici dei primi nove mesi 2021 non sono completamente confrontabili con quelli dei primi 8 mesi del 2020.
Il margine di interesse è ammontato 116,5 milioni, mentre le commissioni nette si sono fissate a 168,2 milioni. Il contributo della gestione finanziaria corrente è stato pari a 20,9 milioni, di cui 12,1 milioni di dividendi quasi interamente riferiti alla partecipazione in Banca d’Italia (oggi al 3,01%).
Dopo oneri operativi per 286,9 milioni, il risultato lordo di gestione si è attestato a 20 milioni, confermando il trend di progressivo recupero della marginalità evidenziato nella seconda metà del 2020 e nel primo semestre 2021.
A seguito di rettifiche di valore nette su crediti verso banche e clientela per 41,4 milioni (le svalutazioni, in costanza di scenari macroeconomici connessi alla pandemia applicati nei precedenti trimestri 2021, sono state calcolate sulla base dei modelli di misurazione del rischio di credito aggiornati nel trimestre e comprendono le dinamiche del portafoglio inclusa la gestione delle controparti oggetto di proroga delle moratorie a seguito della crisi pandemica. Il costo del credito dei nove mesi, annualizzato, risulta pari a 38 pb), il margine operativo netto è risultato negativo per 20,8 milioni.
Il periodo si è chiuso con una perdita netta di 76,6 milioni, su cui ha inciso una componente non ricorrente negativa di 22,6 milioni prudenzialmente accantonata a chiusura della verifica ispettiva sulla trasparenza condotta da Bankitalia.
Dal lato patrimoniale, al 30 settembre 2021 i crediti verso la clientela ammontano a 12,2 miliardi (-0,9% rispetto a fine 2020), mentre la raccolta da clientela si attesta a 13,4 miliardi (+4,7% rispetto al 31 dicembre 2020).
I crediti deteriorati lordi sono pari a 622,1 milioni (-1,6% rispetto a fine 2020), mentre i crediti deteriorati netti ammontano a 306,5 milioni (+1,8% rispetto al 31 dicembre 2020, con un coverage ratio al 50,7%).
Nel dettaglio, le sofferenze lorde si attestano a 239,7 milioni (78,8 milioni nette; coverage ratio al 67,1%) e le inadempienze probabili a 358,7 milioni (208,7 milioni nette, coverage ratio al 41,8%).
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 30 settembre 2021 il CET1 ratio phased-in si fissa all’11% (12,8% a fine 2020).
Le linee strategiche e industriali alla base del piano strategico 2019-2023 approvato dai commissari straordinari il 26 luglio 2019 risultano confermate e hanno costituito la base dell’aggiornamento delle previsioni rielaborate per includere gli impatti dello scenario pandemico, approvate dal cda lo scorso 23 febbraio.
Le ripercussioni economiche della pandemia hanno portato a stimare un differimento temporale dei target originari con il prevedibile ritorno ad un risultato netto positivo a partire dal 2023.
Per il periodo di riferimento gli scostamenti negativi più significativi rispetto alle previsioni riguardano le voci di ricavo e gli accantonamenti netti a fondo rischi; gli scostamenti positivi riguardano invece le rettifiche di valore su crediti e l’impatto della fiscalità.
Banca Carige rimane focalizzata sul raggiungimento dei target reddituali di piano, potendo anche contare sul “perdurante, pieno e convinto impegno nel sostegno di Carige e degli interventi per proseguire nel processo di turnaround, di sviluppo commerciale, di efficientamento e di ottimizzazione del capitale della banca” dichiarato pubblicamente il 28 luglio da parte del FITD, attuale azionista di controllo, che sta svolgendo un processo di selezione di un partner per addivenire a una business combination del gruppo.