Mercati Asiatici – Vendite sulla Cina dopo i prezzi alla produzione ai massimi da 26 anni, ancora realizzi sul Giappone

Giornata sottotono per i principali listini asiatici dopo la seduta in calo (dopo i recenti massimi storici) di ieri a Wall Street, con il focus odierno rivolto sul dato dell’inflazione americana di ottobre, sui prezzi alla produzione cinesi cresciuti al ritmo più veloce in 26 anni e sui problemi del settore immobiliare cinese.

I mercati rimangono complessivamente intorno ai massimi storici, supportati da diversi catalyst: l’andamento delle vaccinazioni, l’allentamento delle restrizioni ai viaggi, l’approvazione del piano infrastrutturale americano e la riduzione molto graduale della politica monetaria espansiva da parte delle principali banche centrali.

Ricordiamo che la scorsa settimana la Fed ha annunciato l’avvio di una riduzione degli acquisti di asset a partire da questo mese a un ritmo di 15 miliardi di dollari al mese. Al tempo stesso, il presidente Jerome Powell ha ribadito l’impegno a sostenere la crescita, sopportando un eventuale surriscaldamento dell’economia.

Le azioni cinesi sono scese mercoledì dopo che i dati hanno mostrato che i prezzi alla produzione sono aumentati al ritmo più veloce dal 1995 il mese scorso. Il tutto a causa della fiammata delle materie prime e della crescente carenza di energia elettrica.

Anche i prezzi al consumo sono risultati superiori alle stime, alimentando i timori per le pressioni inflazionistiche e riducendo le possibilità di un taglio dei tassi da parte della banca centrale nel breve termine.

L’agenda macro odierna ha visto la pubblicazione dei prezzi al consumo cinese di ottobre, salita dell’1,5% su base annua (+1,4% le attese e +0,7% la rilevazione precedente) e dello 0,7% su base mensile (+0,7% il consensus e +0,1% il dato precedente). I prezzi alla produzione, riferiti sempre allo stesso mese, son aumentati del 13,5% su base annua (+12,4% le attese e +10,7% la rilevazione precedente).

In Cina, inoltre, restano vivi i timori sul settore real estate cinese a causa dei problemi che gravano sul colosso Evergrande, che deve fare fronte al pagamento di cedole relative a obbligazioni per 148 milioni di dollari, scadute un mese fa.

Lo sviluppatore immobiliare Fantasia Holdings è crollato del 36,7% dopo aver detto che non c’era alcuna garanzia che sarebbe stato in grado di soddisfare i suoi obblighi finanziari dato il problema di liquidità.

Secondo un rapporto, alcune società immobiliari hanno rivelato i piani per emettere debito nel mercato interbancario in una riunione con il regolatore del mercato obbligazionario interbancario della Cina.

Sul fronte politico, il presidente Xi Jinping cerca di assicurarsi un terzo mandato alla guida del Paese durante il vertice annuale del Partito Comunista che termina domani.

In Giappone proseguono le vendite a causa delle prese di beneficio e del rafforzamento dello yen. Il sentiment è frenato anche dai timori che l’aumento dei prezzi delle materie prime possa impattare sui margini di guadagno. Pesano inoltre le aspettative per un ridimensionamento del piano di stimolo all’economia annunciato dal governo Kishida.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro quota 1,1573 e il dollaro/yen 113,05. Tra le materie petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,6%) a 85,30 dollari al barile e il Wti (+0,3%) a 84,42 dollari al barile. Oro a 1.826,75 dollari l’oncia (-0,2%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,8% e lo 0,6%. Hong Kong a -0,7%,

In Giappone il Nikkei e il Topix lasciano sul terreno rispettivamente lo 0,6% e lo 0,5%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (-0,6%), S&P 500 (-0,3%) e Dow Jones (-0,3%).