“La redditività di Unipol con il nuovo piano non sarà sicuramente inferiore al vecchio. Confermiamo il dividendo che abbiamo nel piano per quanto riguarda quest’anno, il prossimo vedremo. La futura politica di dividendi del gruppo Unipol sarà sicuramente non inferiore a quella garantita nello scorso triennio e stiamo lavorando con numeri e piani affinché possa essere più interessante”.
Lo ha affermato nel corso della conference call sui risultati Carlo Cimbri, Ceo di Unipol.
“Ormai siamo a due mesi dalla fine del piano, chiuderemo il triennio superando tutti i target che ci eravamo prefissi sia in termini di risultato complessivo sia in termini di remunerazione soci. I risultati ormai consolidati per fine anno ci dicono che la nostra capacita’ di distribuzione di dividendo e’ confermata. Da qui in avanti si chiude l’esercizio e ci saranno valutazioni prudenziali che riguardano l’accumulazione di risorse per il prossimo triennio. Inutile avere risultati ancora più sovrabbondanti di quello che abbiamo”, ha aggiunto il manager.
Il manager si è poi soffermato sulla strategia prevista nel nuovo piano strategico, che sarà presentato nella primavera del 2022 e in cui la bancassurance avrà un ruolo centrale.
“Il canale bancario è al centro della nostra strategia. Le nostre prese di posizione nel capitale di banche, Bper innanzitutto e Sondrio, hanno per noi una valenza prettamente industriale, è un canale che intendiamo sviluppare con ancora maggiore incisività e con idee e progetti adeguati a quella che è la nostra strategia. Sarà uno dei tasselli che guiderà il prossimo piano industriale”, ha precisato Cimbri.
Il Ceo si è poi soffermato sull’andamento del titolo, spiegando che sul mercato c’è “un’irrazionalita” di valutazione di Unipol, con uno sconto del 40% sul Nav. Facendo un semplice calcolo, Unipol ha l’85% di UnipolSai che capitalizza 7,1 miliardi, quindi a mercato sono 6 miliardi, il 9% di Bper vale 260 milioni; inoltre ha una posizione finanziaria netta negativa per 1,1 miliardi, in portafoglio deferred taxes per 300 milioni e ha un valore residuo di equity di 377 milioni. Si arriva a 5,9 miliardi, proiettando poi per 30 anni i costi della holding per complessivi 200 milioni si scende a 5,6-5,7 miliardi e quindi a un prezzo per azione di 7,9 euro”.
“Se gente scambia Unipol a 4,7 euro rientra in una sfera di non razionalità tecnica, tanto più che il gruppo non ha alcun tipo di rischio diretto che possa minare la propria posizione patrimoniale. A questi prezzi vedo tutto ciò come un’opportunità”, ha concluso Cimbri.
Intorno alle 14:45 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,3% a 5,02 euro dopo i conti, mentre l’indice di settore cede viaggia sulla parità.