Questa mattina si riunisce il collegio della Consob per esaminare le risposte ai quesiti posti da una società del gruppo Caltagirone, in particolare con riferimento alla legittimità della presentazione di una lista per il rinnovo del board da parte del cda uscente, che riguarda da vicino Generali.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore, secondo cui non è da escludere che oggi l’esame sia solo avviato e che il parere finale venga comunicato nei prossimi giorni, forse la prossima settimana.
Il giornale aggiunge che l’orientamento della Consob sarebbe quello di non dichiarare illegittimo l’iter secondo cui il cda uscente presenti una propria lista per il rinnovo dell’organo amministrativo, prassi che si sta diffondendo sempre di più.
La questione riguarderebbe quindi, sulle condizioni alle quali questo meccanismo viene ammesso, nello specifico sulla composizione del cda e sul maggiore ruolo e peso degli amministratori indipendenti per garantire la tutela delle minoranze.
Tra i quesiti avanzati dalla società del gruppo Caltagirone c’è, appunto, il chiarimento sulla legittimità di questa prassi e, nel caso venga considerata legittima, come debba essere composto il board. Da quanto emerge, in ogni caso, non ci sarebbero controindicazioni alla possibilità di rieleggere con questa procedura l’attuale Ceo della compagnia triestina, Philippe Donnet.
Suddetta procedura, aggiunge il giornale, ha registrato visioni contrapposte tra Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio (riuniti in un patto di sindacato insieme a Fondazione Crt che raggruppa il 13,61%) da un lato, e Mediobanca, titolare di una quota pari al 12,82% del capitale (che recentemente ha stipulato un contratto di prestito titoli sul 4,42% del capitale, portando il totale dei diritti di voto al 17,25%).
Il quotidiano aggiunge che potrebbero crearsi alcune problematicità, tra cui quello legato ai rischi che gli azionisti che dovessero sostenere la medesima lista avanzata dal board uscente possano essere considerati come legati da un accordo, che nel caso di quota superiore al 25% potrebbe fare scattare l’Opa.
Un altro quesito fa riferimento al fatto se è giudicato legittimo l’utilizzo del prestito titoli finalizzato al voto in assemblea per la lista in occasione del rinnovo del board; si tratta di una prassi non specificatamente regolata dall’ordinamento ma neanche espressamente vietata.
In questo caso, secondo il giornale, quello che potrebbe succedere è che vengano posti alcuni obblighi di trasparenza: ad esempio comunicare chi è il prestatore, per capire se emerge un’azione di concerto con quale altro socio, o se il pegno è stato pagato e quanto.
Intorno alle 09:20 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,4% a 19,17 euro, mentre l’indice di settore cede lo 0,1 per cento.