Unipol Gruppo è stato incluso nel primo indice MIB ESG lanciato da Euronext e Borsa Italiana dedicato alle blue-chip italiane che attuano le migliori pratiche ESG.
L’indice include le migliori 40 società selezionate sulla base dei criteri ESG in linea con i principi del Global Compact delle Nazioni Unite e ponderate in base alla capitalizzazione del flottante.
“L’inserimento nell’indice MIB ESG è motivo di grande soddisfazione e il riconoscimento dell’attenzione che da sempre il gruppo Unipol rivolge a tematiche di sostenibilità. Ricordiamo che Unipol pubblica un bilancio sociale dal 1993, prima tra le assicurazioni in Italia, e dal 2017 un bilancio integrato. La creazione di valore condiviso e sostenibile sotto il profilo economico, sociale ed ambientale caratterizza da sempre l’agire del gruppo”, afferma in un’intervista rilasciata a Market Insight Adriano Donati, Head of Investor Relations del Gruppo Unipol.
“Riteniamo che l’indice MIB ESG possa diventare il principale punto di riferimento in Italia per gli investitori che gestiscono i propri asset secondo logiche di sostenibilità e, quindi, l’ingresso in tale indice è di significativa importanza, considerando il costante aumento delle masse gestite da tali tipologie di fondi. Non abbiamo uno specifico obiettivo in termini di incidenza di SRI nel nostro azionariato, ma verifichiamo giorno dopo giorno una crescente attenzione a temi di sostenibilità, anche da parte di investitori che gestiscono i propri asset secondo criteri tradizionali”, prosegue il manager.
“Siamo presenti in altri indici di sostenibilità. Gli indici si differenziano sia per zona geografica che per specifici temi ESG che vengono monitorati, ma soprattutto per le priorità che vengono considerate nel dare un peso alle valutazioni, con conseguenti posizionamenti anche diversi tra di loro. Essere presenti in tali indici consente di aumentare la liquidità degli scambi, anche in seguito alla creazione di fondi indicizzati sottostanti, e di incrementare la reputazione del nostro gruppo”, spiega il Responsabile Investor Relations di Unipol.
Tuttavia, ”la standardizzazione delle logiche sottostanti ai rating ESG è ancora un passo indietro rispetto a quella dei rating finanziari, come era logico attendersi, considerato che sono nati in tempi relativamente più recenti. In particolare, è diverso il peso che viene attribuito alle componenti E, S e G tra i vari rating. Per arrivare ad una loro armonizzazione occorrerà riuscire a contemperare le esigenze dei vari fruitori di tali valutazioni, che non si limitano ai soli investitori”.
“Sul fronte delle PMI, infine, esse dovranno sforzarsi di dotarsi di strutture in grado di monitorare ed elaborare gli indicatori utili ad una valutazione di sostenibilità, che in ogni caso deve essere proporzionata alle dimensioni delle società oggetto di analisi”, chiosa Donati.