Prosegue l’iter per la cessione della quota di controllo di Carige. Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), che ha in capo l’80% del capitale rilevato durante il commissariamento (iniziato il 2 gennaio 2019 e finito il 31 gennaio 2020).
Secondo quanto riporta MF, in data room sarebbero presenti tuttora sia banche che fondi internazionali e ci sarebbe una moderata fiducia sulla possibile finalizzazione della vendita entro inizio 2022.
Secondo il quotidiano, pur non essendo ancora arrivate manifestazioni di interesse vincolanti, alcuni elementi sosterrebbero un cauto ottimismo, in primis la misura governativa che ha prorogato al 30 giungo la scadenza per poter trasformare le Dta in crediti fiscali e poi il fatto che la ripresa economica in atto sta sostenendo i conti delle banche, inclusa Carige, alle prese con il rilancio commerciale.
Un elemento di incertezza, invece, riguarda l’esito delle vertenze intentate dalla famiglia Malacalza, ex azionista di riferimento dell’istituto ligure tramite la holding Malacalza Investimenti. La sentenza di primo grado del Tribunale sulla causa dovrebbe arrivare a breve e, comunque, entro Natale. Tuttavia, un quadro più chiaro sull’entità dei rischi legali in capo alla banca potrebbe facilitare un’aggregazione, nel caso il pronunciamento avesse un esito favorevole. Il giornale parla anche di un potenziale spin-off di tali rischi, ma si tratterebbe di un’ipotesi per ora mai considerata dal cda.
Un’altra questione è legata alle dimensioni di Carige. Un potenziale matrimonio con Carige non consentirebbe a una banca interessata di fare un’operazione trasformativa, come sottolineato nei giorni scorsi da Giuseppe Castagna, Ceo di Banco Bpm.
In caso di possibile interesse di un fondo, aggiunge il giornale, una realtà come la banca genovese, pur non essendo molto grande, non presenta però neanche dimensioni così piccole da poter essere controllata da un fondo di investimento o private equity. Inoltre, questi operatori, essendo sprovvisti della licenza bancaria, non potrebbero beneficiare del bonus legato alle Dta.
Un’altra possibile opzione potrebbe essere la cessione di alcuni asset non strategici. Alcune controllate, potrebbero rientrare nel mirino di potenziali acquirenti, allo stesso modo potrebbe essere considerata la vendita di alcuni sportelli lontani dalla Liguria.
Comunque, scrive il quotidiano, le condizioni che il FITD aveva concordato con Cassa Centrale Banca, ritiratasi lo scorso marzo, non saranno più proponibili a seguito della ripresa economica in atto dopo gli impatti del Covid-19. A metà dicembre dovrebbe essere fissato un nuovo cda per fare il punto sulla situazione.
Intorno alle 11:20 a Piazza Affari il titolo guadagna lo 0,5% a 0,63 euro, mentre l’indice di settore sale dello 0,3 per cento.