Mercati Asiatici – Seduta sottotono per Cina e Giappone

Giornata sottotono per i principali listini asiatici dopo la seduta in calo di ieri a Wall Street, con gli operatori che restano intenti a monitorare i rischi derivanti dalle pressioni sui prezzi e la possibilità di un ritiro anticipato degli stimoli monetari da parte della Fed.

Il presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, ha cercato di rassicurare i mercati, preoccupati per un eventuale innalzamento dei tassi a causa dell’aumento dei prezzi, spiegando che per aumentare il costo del denaro sarà necessario aspettare ancora un po’ di tempo per capire a che punto si trova l’economia.

Sul fronte geopolitico la Cina, secondo quanto si apprende da Bloomberg, vorrebbe imprimere un’accelerazione ai propri propositi per sostituire la tecnologia americana e straniera, sostenendo un’organizzazione segreta, appoggiata dal governo, con il compito di monitorare e dare il via libera ai fornitori locali in settori sensibili, dal cloud ai semiconduttori.

Sul fronte americano, una commissione di esperti di sicurezza ed economia convocata dal Congresso ha raccomandato agli Stati Uniti di prendere provvedimenti più aggressivi per ridurre i legami commerciali con la Cina, avvertendo dei maggiori rischi per la sicurezza nazionale.

Il rapporto annuale di suddetta commissione ha consigliato l’imposizione di restrizioni agli investimenti statunitensi in Cina e di limitare la capacità degli investitori di acquistare azioni di società cinesi quotate negli Usa.

L’attenzione torna anche sulla crisi del settore immobiliare cinese, con il colosso Evergrande (-5%), che ha stipulato un accordo con Allied Resources Investment Holdings, che fa capo all’investitore Li Shao Yu, per vendere la propria quota (il 18%) nella piattaforma di streaming Heng Ten Network per 2,13 miliardi di dollari; operazione che comporterà una minusvalenza secondo quanto riporta Reuters.

Sul fronte della crisi energetica, la Cina sta lavorando per rilasciare un po’ delle sue scorte di greggio. Gli Stati Uniti avrebbero ai maggiori consumatori di petrolio al Mondo come Cina e Giappone di considerare un rilascio coordinato delle riserve di petrolio.

Inoltre, la Cina stabilirà uno speciale strumento di prestito del valore di 200 miliardi di yuan (31,35 miliardi di dollari) per sostenere l’uso pulito del carbone, ha detto mercoledì l’emittente statale CCTV.

Sulla piazza cinese prevalgono le vendite, che colpiscono soprattutto i titoli dei media e delle aziende sanitarie. A Hong Kong sono oggetto di realizzi i titoli tecnologici, sui timori di ulteriori restrizioni normative.

Il listino giapponese è in parte frenato dai realizzi sui titoli ciclici e delle compagnie petrolifere. Tuttavia, ha ridotto le perdite dopo un rapporto dei media secondo cui il pacchetto di stimoli del primo ministro Fumio Kishida, il cui ammontare dovrebbe attestarsi a 55,7 trilioni di yen secondo rumor, sarà più grande di quanto previsto inizialmente.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro quota 1,1318 e il dollaro yen a 114,17. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,8%) a 79,68 dollari al barile e il Wti (-0,9%) a 76,85 dollari al barile. Oro a 1.865,95 dollari l’oncia (-0,2%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,3% e lo 0,5%. Hong Kong a -1,3%.

In Giappone il Nikkei e il Topix segnano una flessione rispettivamente dello 0,3% e dello 0,1%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (-0,3%), S&P 500 (-0,3%) e Dow Jones (-0,6%).