Mercati – Seduta in calo, finale Ftse Mib -0,6%

Chiusura debole per le borse europee, mentre a Wall Street procedono contrastati Dow Jones (-0,2%), S&P500 (+0,2%) e Nasdaq (+0,3%), volatili alla vigilia della scadenza delle opzioni. A Piazza Affari il Ftse Mib termina in ribasso dello 0,6% a 27.661 punti. Sottotono anche il Cac 40 di Parigi (-0,2%), il Dax di Francoforte (-0,2%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1,0%).

L’azionario non si allontana molto dai massimi raggiunti nelle ultime settimane grazie ai risultati societari e alle indicazioni sulla crescita. Al tempo stesso, il mercato continua a monitorare le crescenti pressioni inflazionistiche, certificate anche dagli ultimi dati di Usa, Eurozona e Regno Unito. L’accelerazione dei prezzi potrebbe infatti indurre le banche centrali a ritirare anticipatamente gli stimoli monetari, alzando il costo del denaro prima del previsto.

JP Morgan si aspetta dalla Fed un rialzo dei tassi a settembre, Goldman Sachs ha previsto un aumento del costo del denaro già a luglio mentre Morgan Stanley opta ancora per un atteggiamento attendista per tutto il 2022. Dalla Bce, invece, non sono attesi movimenti sui tassi prima di febbraio 2023.

Per quanto riguarda la banca centrale americana, tiene banco anche la nomina del prossimo presidente, che verrà scelto da Joe Biden fra l’attuale chairman Jerome Powell, il cui mandato scade a febbraio, e Lael Brainard.

Con riferimento all’agenda macroeconomica, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti si sono attestate a 268 mila unità, leggermente al di sopra alle 260 mila previste dagli analisti ma sostanzialmente in linea con la rilevazione precedente. L’indice sulla fiducia commerciale della FED di Philadelphia per il mese di novembre è salito invece a 39 punti, mentre il leading index di ottobre segna un incremento dello 0,9%.

Sul Forex l’euro/dollaro risale leggermente a 1,135 mentre il cambio fra biglietto verde e yen si attesta a 114,3.

Tra le materie prime hanno invertito la rotta le quotazioni del greggio con il Brent (+0,8%) a 80,9 dollari e il Wti (+0,8%) a 78,2 dollari, mentre la Cina ha annunciato di essere al lavoro sul rilascio delle riserve strategiche di greggio.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si contrae a 120 punti base, con il rendimento del decennale italiano allo 0,92%.

Tornando a Piazza Affari, tra le blue chip si distinguono Hera (+1,65%), Amplifon (+1,4%) e Italgas (+0,8%) mentre arretrano Tenaris (-2,8%), Bper (-2,5%) e Buzzi (-2,4%).