Nel corso della mattinata le principali borse europee hanno virato in negativo dopo aver aperto in territorio positivo, con il FTSE MIB di Milano che viaggia in area 27.438 punti (-0,8%). Il Dax di Francoforte si muove sulla parità, il Cac40 di Parigi cede lo 0,1%, il FTSE100 di Londra lo 0,2% e l’Ibex35 di Madrid l’1,3%.
Il sentiment risente delle prospettive di potenziali lockdown e di una quarta ondata della pandemia. L’Austria ha annunciato un blocco a livello nazionale a partire da lunedì e il ministro della salute tedesca ha affermato di non poter escludere misure restrittive, considerando il numero di casi in aumento.
Nel frattempo gli operatori continuano a valutare le prossime mosse delle banche centrali per contrastare l’elevata inflazione. Il rischio che le pressioni sui prezzi inducano le banche centrali ad accelerare i rialzi dei tassi di interesse, frenando la ripresa dell’economia dopo la crisi pandemica rappresenta una delle principali preoccupazioni dei mercati.
Sul fronte macro, i prezzi alla produzione in Germania a ottobre sono cresciuti del 3,8% su base mensile (+18,4% su base annua), superando l’incremento dell’1,9% previsto dagli analisti e accelerando rispetto al +2,3% del mese precedente. In Italia, a settembre il fatturato dell’industria è aumentato in termini congiunturali dello 0,1%, (+0,5% di agosto rivisto da +0,8%). Il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 15,2% (ad agosto vendite industriali a +12,4%; dato rivisto da +13,8%).
Intanto sul Forex il biglietto verde torna a rafforzarsi nei confronti delle altre valute, avviandosi a registrare la quarta settimana consecutiva di guadagni. Il cambio euro/dollaro viaggia a 1,13 e il dollaro/yen a 113,92.
Tra le materie prime, scendono le quotazioni del greggio con il Brent (-1,9%) a 79,67 dollari e il Wti (-1,8%) a 76,98 dollari.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund riparte in area 119 punti base, con il rendimento del decennale italiano allo 0,84%.
Tornando a Piazza Affari, denaro su Recordati (+3,5%), Diasorin (+2,2%) e Telecom Italia (+1,9%). In coda Intesa (-2,9%), Leonardo (-3,%) e Unicredit (-3,8%). Per quanto riguarda Leonardo, secondo quanto riportato da Bloomberg, il governo italiano sta valutando attentamente le opzioni per la vendita di Oto Melara e Wass, dal momento che l’offerta del consorzio franco-tedesco Knds (unione tra Nexter e Krauss-Maffei Wegmann) ha fatto sollevare sindacati e Parlamento a tutela di una Difesa nazionale più che europea.