In questo complesso 2021 PLC ha lavorato alacremente nel solco della Roadmap 2021-2024, approvata lo scorso marzo, che vede nella tecnologia, nella sostenibilità e in una nuova Corporate Identity le parole chiave per il successo. Il Gruppo si è posto obiettivi sfidanti e punta a un’importante crescita organica fino al 2023, supportata dalle opportunità offerte dal positivo quadro incentivate e dal Green Deal europeo, cui si aggiunge la crescita per linee estere ipotizzata per l’ultimo anno di piano. Il tutto si completa con una dividend policy in espansione dai 9 centesimi nel 2022 ai 13 centesimi nel 2023 e 2024.
- Le sfide della transizione climatica dopo la pandemia, la visione dell’Ad Michele Scoppio
- Tecnologia, sostenibilità e nuova Corporate Identity, le priorità strategiche del Gruppo
- I numeri della roadmap al 2024 e dividend policy in espansione
- Gli analisti confermano l’approccio del management
- Lo scenario sulle rinnovabili si preannuncia esaltante
- Sviluppo sostenibile parte integrante della cultura aziendale
Il Gruppo PLC, attivo come general contractor e service provider sulla gran parte della filiera delle rinnovabili, ha delineato un’ambiziosa Roadmap al 2024, grazie a cui prevede un aumento di volumi, EBITDA e Utile Netto Complessivo, trainati dal Green Deal, che lo ha trovato pronto a coglierne le opportunità sulla scorta di anni di esperienza e delle performance ottenute.
La società prevede di raggiungere per il 2023 revenues complessive superiori a 100 milioni, di cui oltre il 45% rappresentate dalla componente Servizi, con un EBITDA margin del 12,5%. Ipotizzata poi una crescita per linee esterne a fine 2023, sempre nel Segmento Servizi, che potrebbe contribuire ai ricavi per ulteriori 21 milioni a partire dal 2024.
Ulteriore obiettivo è il mantenimento di un rapporto PFN/EBITDA costantemente inferiore a 1,5x fino al 2023. Target, peraltro, già ampiamente raggiunto nella semestrale 2021. A ciò si aggiunge una politica dei dividendi che dai 9 centesimi nel 2022 aumenterà a 0,13 euro per azione nel 2023 e 2024.
Numeri che si basano su un chiaro indirizzo strategico che pone al centro: i servizi a maggiore contenuto tecnologico, grazie agli investimenti nella Industry 4.0; il forte impegno nella sostenibilità per dare priorità al Pianeta e alle Persone; una nuova Corporate Identity per unire tutte le anime del Gruppo accumunate dalla visione industriale e prospettica di essere un operatore di riferimento a servizio della transizione ecologica.
E proprio in questo scenario di transizione verso un’economia a zero emissioni nette, reso ancor più necessario dalle conseguenze della pandemia, PLC vede un’opportunità di investimento storica per dimostrare il proprio scopo nel generare valore per clienti e dipendenti e per le comunità di riferimento, diventando anche più competitiva e in grado di generare profitti duraturi a lungo termine per gli azionisti.
Azionisti che quest’anno in Borsa hanno assistito a una performance particolarmente brillante di PLC (+82% YTD), confortata anche dalla view positiva degli analisti che seguono il titolo, Banca Akros (Buy, TP 2,80 euro) e KT & Partners (Add, TP 2,65 euro).
Le sfide della transizione climatica dopo la pandemia, la visione dell’Ad Michele Scoppio
In oltre un anno e mezzo la pandemia da covid-19 ha travolto l’intero pianeta cambiandolo in maniera radicale e permanente e solo negli ultimi mesi si sta assistendo al moltiplicarsi dei segnali di ripresa.
Questa parentesi della storia umana, purtroppo non ancora del tutto chiusa, “ci ha indotto ad affrontare con maggiore determinazione le minacce del pianeta e tra queste in primis il cambiamento climatico, destinato a cambiare le nostre vite. E di fronte alle crisi più gravi, anche quelle ambientali, è necessaria una risposta globale” esordisce Michele Scoppio, Amministratore Delegato di PLC.
Siamo ormai ben consapevoli che “dal punto di vista macroeconomico la transizione climatica rappresenta un’opportunità di investimento storica”.
I modelli di business di tutte le società, infatti, “dovranno essere interessati dalla transizione verso un’economia a zero emissioni nette. L’obiettivo è arrivare, entro il 2050, a un’economia in cui l’anidride carbonica prodotta non superi quella rimossa dall’atmosfera, la soglia stabilita dalla scienza per mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C”.
“Dovremo, però, perseguire una transizione di successo, giusta, equa e attenta a tutelare le persone: ciò richiederà non solo innovazione tecnologica, ma anche una pianificazione decennale. In questo modo potremo finalmente costruire una economia più resiliente a vantaggio di un maggior numero di persone”.
E “Noi di PLC siamo parte integrante di questo processo e siamo convinti – prosegue Scoppio – che più la nostra società riuscirà a dimostrare il proprio scopo nel generare valore per i nostri clienti e dipendenti e per le comunità di riferimento, più diventerà competitiva e potrà generare profitti duraturi a lungo termine per gli azionisti”.
Tecnologia, sostenibilità e nuova Corporate Identity, le priorità strategiche del Gruppo
Forte di ciò, lo scorso marzo, PLC ha definito una sfidante Roadmap 2021-2024 e nei mesi successivi ha lavorato intensamente nel solco delle tre chiare priorità strategiche delineate dal management.
“Anzitutto, abbiamo accelerato il più possibile il nostro posizionamento da service provider ISP multitecnologico e multiregionale puntando sui servizi a maggiore contenuto tecnologico, grazie agli importanti investimenti in corso nella Industry 4.0”, spiega il CEO.
In secondo luogo, “abbiamo prestato grandissima cura e attenzione all’impegno nella sostenibilità cercando di soddisfare i bisogni nostri e dei nostri azionisti, senza mai perdere di vista l’eredità da lasciare alle future generazioni”. Infatti, “crediamo fermamente nella ‘economia delle 3 P’ (Profit, People, Planet, ndr) e collochiamo decisamente in cima alle nostre priorità il Pianeta e le Persone”.
Infine, “abbiamo lavorato alacremente alla definizione della nostra nuova Corporate Identity che vedrà a breve il suo lancio”.
L’obiettivo primario è quello di “presentarci al mercato e agli stakeholders con un nuovo brand in grado di trasferire una sola immagine per tutte le nostre società – PLC, Monsson Operation e Schmack Biogas – quale gruppo societario unico, strutturato e accreditato, avente al proprio interno più entities, con diverse tecnologie e operanti nei diversi settori delle rinnovabili, accumunate dalla visione industriale e prospettica di essere un operatore di riferimento a servizio della transizione ecologica”.
Tutto questo lavoro si è tradotto in un anno che sta volgendo al termine in modo estremamente soddisfacente. E ciò si è visto già dai risultati della semestrale, che, afferma l’Ad, “hanno dimostrato un andamento in linea con la guideline 2021, con il Segmento Costruzione, trainato dai meccanismi di incentivazione del Decreto FER 1, e il Segmento Servizi, nella sua componente di O&M, che ha continuato il proprio trend positivo con risultati superiori alle aspettative, confermando la linearità della curva annuale di crescita”.
La società è quindi oggi “fortemente rafforzata, con una prospettiva di sviluppo e crescita importante, una posizione finanziaria estremamente confortante e coerente con la politica di distribuzione di dividendi delineata dallo stesso piano industriale”.
I numeri della roadmap al 2024 e dividend policy in espansione
In dettaglio, nell’orizzonte di piano al 2024 “ci siamo fissati obiettivi ambiziosi, grazie ai quali prevediamo un aumento dei volumi, dell’EBITDA e dell’Utile Netto Complessivo, trainati dal Green Deal, che ci ha trovati preparati e pronti a coglierne le opportunità sulla scorta di anni di esperienza e delle performance ottenute”, spiega la CFO, Cecilia Mastelli.
I target per il triennio, peraltro, sono stati riconfermati lo scorso settembre in scia ai positivi risultati consolidati al 30 giugno 2021, con ricavi in crescita anno su anno di oltre il 30% a 32 milioni e una posizione finanziaria netta in sostanziale pareggio.
Con questa roadmap “intendiamo trasformare il Gruppo PLC in un ISP internazionale attraverso un’importante crescita organica fino al 2023, supportata, come anticipato, anche dalle grandi opportunità offerte dal positivo quadro incentivante nel Segmento Costruzione e dalla strategia dell’unione europea del Green Deal, con apporto di risorse finanziarie incrementali da destinare al Segmento Servizi”.
Per il 2023 “prevediamo di raggiungere revenues complessive superiori ai 100 milioni in cui la componente Servizi rappresenta oltre il 45% del totale, con un EBITDA margin del 12,5%”.
“Abbiamo poi ipotizzato – aggiunge la manager – una possibile crescita per linee esterne a fine 2023, sempre nel Segmento Servizi, che potrebbe contribuire ai ricavi per ulteriori 21 milioni a partire dall’esercizio 2024”.
Da un punto di vista finanziario, “l’obiettivo fissato è il mantenimento di un livello PFN/EBITDA costantemente inferiore a 1,5x per il periodo cui si riferisce la crescita organica, e quindi fino al 2023. Target, peraltro, ampiamente raggiunto già al 30 giugno 2021”.
Infine, sul fronte della politica di remunerazione degli azionisti, “prevediamo un dividendo di 0,9 euro per azione nel 2022, che aumenterà a 0,13 euro per azione nel 2023 e 2024”.
Gli analisti confermano l’approccio del management
In questo quadro, gli analisti che coprono il titolo PLC – Banca Akros e KT & Partners – hanno dimostrato, anche nelle ultime ricerche pubblicate lo scorso ottobre, di condividere nella sostanza le aspettative del Gruppo PLC lungo tutto l’orizzonte di piano, a conferma della solidità della visione del management.
Banca Akros, infatti, ha ribadito la raccomandazione “Buy”, alzando il prezzo obiettivo a 2,80 euro (+22% vs precedente 2,30 euro), con un upside potenziale del 24% rispetto alle quotazioni attuali.
Analogamente, KT & Partners, ha confermato il giudizio “Add”, aumentando il fair value a 2,65 euro (+15% vs precedente 2,31 euro), con un upside potenziale del 17% rispetto ai prezzi correnti.
Lo scenario sulle rinnovabili si preannuncia esaltante
Come detto, la lotta al cambiamento climatico rappresenta la più grande sfida del prossimo trentennio e quindi la realizzazione, sviluppo e manutenzione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili sono uno strumento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal.
Insomma, afferma con decisione l’Ad, “ci troviamo nel posto giusto con le competenze necessarie. Senza ombra di dubbio, l’Outlook sulle rinnovabili non solo è positivo ma esaltante”.
In particolare, in Italia, il Decreto FER 1 ha introdotto importanti incentivazioni che hanno determinato una vigorosa ripresa del settore e “notizia degli ultimi giorni è che il Ministero della Transizione Ecologica ha ufficialmente tracciato il suo piano al 2030 per disciplinare la realizzazione e definire i nuovi contingenti di potenza sia per gli impianti FER che per quelli a biobgas e biometano. La nuova strategia prevede la proroga delle aste FER 1, nuove aste con programmazione quinquennale e semplificazione”.
A ciò si aggiungono gli sforzi che il legislatore sta facendo per correggere la lentezza burocratica che potrebbe allontanarci dagli obiettivi dell’agenda politica ed europea.
“Con il Decreto semplificazioni (D.L. 76/2000) e la bozza del nuovo Decreto ‘Cingolani’ siamo sulla buona strada, ma è necessario che le amministrazioni locali e soprattutto le Regioni svolgano correttamente il proprio ruolo, rendendosi protagoniste di un processo, necessariamente virtuoso, che ci porti verso un nuovo mercato dell’energia”, rimarca il CEO.
Anche la firma del Decreto FER 2 “dovrebbe essere oramai alle porte, cosa che consentirà una programmazione almeno quinquennale anche nel settore del biogas e biometano, che sta avendo un ruolo sempre più importante nella transizione energetica”.
Tutti questi interventi supporteranno altresì un piano di sviluppo e di investimenti importantissimo da parte del TSO (transmission system operator, ndr) nazionale – Terna – e pertanto il fermento del mercato investirà in pieno realtà come PLC.
Un fermento cui stiamo assistendo in tutta Europa. Ecco che “l’impronta internazionale che ci siamo dati ci permette di ampliare ulteriormente il nostro margine di manovra e di affrontare a testa alta le complesse sfide che ci attendono e coglierne al contempo le grandi opportunità”, aggiunge con soddisfazione Scoppio.
Sviluppo sostenibile parte integrante della cultura aziendale
Quest’anno il Gruppo, unitamente alla roadmap al 2024, ha anche approcciato, su base volontaria, la rendicontazione delle proprie attività non finanziarie.
“PLC, consapevole dell’importanza degli obiettivi di sviluppo sostenibile, da ultimo confermati nel corso della recente COP26, e del ruolo che intende svolgere nella sfida epocale verso la transizione energetica, con il suo primo bilancio di sostenibilità ha voluto comunicare ai propri stakeholders la costante attenzione ai temi ESG e come essi si riverberino in concreto sul proprio modello di business e sulla creazione di valore”, precisa Mastelli.
L’avvio della rendicontazione non finanziaria “ha avuto, altresì, il ruolo di strutturare un processo in cui gli obiettivi di sostenibilità siano parte integrante e permeino tutte le attività aziendali nell’ottica di promuovere il successo sostenibile”.
I target principali hanno come focus particolare “la valorizzazione del capitale umano, che per il Gruppo PLC rappresenta uno dei principali fattori critici di successo, senza tralasciare gli obiettivi ambientali e di trasformazione digitale”.
E nel 2021 “abbiamo dato avvio a diverse iniziative in tal senso, di cui racconteremo nel nostro prossimo bilancio di sostenibilità”, conclude la CFO.