Mercati – Prevalgono i ribassi in Europa, Milano termina a -1,6%

Chiusura perlopiù negativa per le borse del Vecchio Continente, con il Ftse Mib in calo dell’1,6% a 26.939 punti. Deboli anche il Dax di Francoforte (-1,1%) e il Cac 40 di Parigi (-0,8%), resistono l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%) e il Ftse 100 di Londra (+0,2%).

A Wall Street viaggiano poco mossi Dow Jones (+0,1%) e S&P500 (-0,2%) mentre arretra il Nasdaq (-1%), all’indomani della riconferma di Powell alla guida della Fed che ha rafforzato le aspettative di una politica monetaria più restrittiva, penalizzando soprattutto i tecnologici.

Gli operatori guardano con preoccupazione all’evoluzione della pandemia, che ha portato nuove restrizioni in Germania e Austria, ma anche alle prossime mosse delle banche centrali.

La conferma di Powell al timone della Fed per altri quattro anni ha consolidato le ipotesi di un graduale aumento del costo del denaro già a partire dall’anno prossimo. Secondo Raphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta, l’istituto di Washington potrebbe dover alzare i tassi in anticipo per rispondere alla crescita dell’occupazione e dell’inflazione.

Per quanto riguarda la Bce, Francois Villeroy de Galhau ha confermato che l’Eurotower intende terminare il programma di acquisto di obbligazioni di emergenza a marzo. Isabel Schnabel ha posto l’accento sulla minaccia dell’inflazione, minimizzando invece l’impatto della nuova ondata del virus sulla ripresa della zona euro.

Dall’agenda macroeconomica sono giunti gli indici Markit Pmi preliminari di novembre, in aumento sia negli Usa sia nell’eurozona, dove l’accelerazione della crescita è stata accompagnata da un nuovo forte aumento mensile delle pressioni inflazionistiche.

Sul Forex l’euro/dollaro è in rialzo a 1,127 mentre il dollaro/yen si avvicina a quota 115, con il biglietto verde sempre in prossimità dei massimi da circa 16 mesi. In forte calo la lira turca, in scia alla politica monetaria accomodante sostenuta dal presidente Erdogan.

Tra le materie prime avanzano le quotazioni del greggio con il Brent (+2,6%) a 79,0 dollari e il Wti (+1,9%) a 75,75 dollari. Gli Stati Uniti hanno annunciato il rilascio di 50 milioni di barili di riserve strategiche, meno delle attese, in accordo con Cina, Giappone, India, Corea del Sud e Regno Unito, in attesa delle prossime manovre dell’Opec+.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia a 128 punti base, con il rendimento del decennale italiano in rialzo all’1,05%.

Tornando a Piazza Affari, prevalgono i segni rossi fra le aziende più capitalizzate. Realizzi su Tim (-4,7%) dopo il balzo di ieri, in coda al Ftse Mib insieme a Stm (-4%) e Banca Generali (-3,8%). In controtendenza Nexi (+1,5%), Buzzi (+0,8%) e Inwit (+0,7%).