Mercati – Previsto avvio debole in attesa dei Pmi, a Milano occhi ancora su Tim

Le borse europee dovrebbero iniziare la seduta sotto la parità, in attesa oggi della lettura preliminare degli indici Pmi di novembre e dopo che ieri la Casa Bianca ha confermato Jerome Powell per un secondo mandato alla guida della Federal Reserve.

Chiusura debole ieri a Wall Street, con i principali indici americani che dopo aver toccato nuovi record perdono terreno nel finale. Il Nasdaq ha ceduto l’1,3% e lo S&P 500 lo 0,3%, mentre il Dow Jones ha terminato invariato.

Tra i mercati asiatici, stamane, Shanghai avanza dello 0,2% mentre Hong Kong perde l’1,1%, appesantita dal settore tecnologico dopo che la Cyberspace Administration of China ha pubblicato delle nuove linee guida sulla diffusione di contenuti sulle piattaforme online. Chiusa Tokyo per festività.

Ieri, il presidente americano Joe Biden ha confermato Powell come chairman della banca centrale Usa, nominando come vice quella che era indicata come il possibile successore, Lael Brainard.

Una scelta nella linea della continuità e che dimostra l’apprezzamento per l’operato nella gestione della crisi, trovandosi ora a dover affrontare il compito di contenere l’aumento del costo della vita continuando al contempo a sostenere la ripresa economica.

Intanto, in attesa della diffusione delle minute del Fomc domani, i mercati stanno prezzando un rialzo dei tassi di interesse di un quarto di punto nel meeting della Fed di giugno, con la possibilità di un secondo intervento a settembre e di un terzo entro dicembre.

Sul fronte macro, l’attenzione oggi sarà rivolta soprattutto sulla stima preliminare di novembre degli indici Pmi manifatturiero, servizi e composito di Francia, Germania, Eurozona, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Tra le materie prime, secondo alcune indiscrezioni oggi alcuni dei più grandi consumatori di petrolio al mondo, tra cui Stati Uniti, Cina, India, Giappone e Corea, potrebbero annunciare il rilascio delle riserve di emergenza per frenare il rincaro dei prezzi.

Per quanto riguarda l’azionario, ancora sotto i riflettori Tim dopo il rally di ieri in scia all’offerta del fondo Usa Kkr da 0,505 euro per azione, ritenuta però insufficiente da Vivendi.