Una cordata di imprenditori milanesi sarebbe a un passo dall’ingresso nel capitale di Banca Profilo. In campo sarebbe scesa, tra gli altri, anche la famiglia Moratti, azionista del gruppo Saras.
L’indiscrezione viene riportata da Il Sole 24 Ore, secondo cui i quotisti del fondo Sator (che si avvia verso la chiusura e che controlla la banca da circa 12 anni), guidata da Matteo Arpe, sono in attesa dell’esito delle interlocuzioni. Alcuni di loro potrebbero reinvestire nell’operazione individualmente e non all’interno di un patto.
Secondo quanto riporta il giornale, le ipotesi ad oggi considerate sono state essenzialmente di due tipologie e prevedevano comunque tutte il mantenimento della quotazione a Piazza Affari.
Da una parte, è stato preso in considerazione la possibile discesa in campo da parte di un soggetto finanziario istituzionale, interessato ad assumere il ruolo di primo azionista.
Dall’altra parte, è stato portato avanti il progetto di creazione un patto di sindacato in cui raggruppare alcuni dei principali imprenditori e esponenti di famiglie, milanesi e non, dai cognomi blasonati, tra cui la famiglia Moratti.
Il quotidiano aggiunge che proprio su questo secondo fronte si sarebbero intensificati i contatti tra i possibili membri del patto, allo scopo di formalizzare il proprio impegno, che una volta assicurato, li porterebbe ad entrare nell’azionariato della banca con una partecipazione sotto la soglia d’Opa del 30 per cento.
Il tutto sarebbe seguito dallo studio legale dell’avvocato Vincenzo Mariconda, a cui sarebbe stato chiesto di diventare presidente del patto nel caso l’operazione si concretizzasse. Mariconda non avrebbe ancora sciolto le riserve.
Arepo BP, primo azionista di Banca Profilo con il 62,4% del capitale, ha comunicato nel primo semestre 2021 che sono in corso le interlocuzioni con nuovi soggetti, italiani ed internazionali, che hanno manifestato interesse ad un’operazione sulla banca secondo le linee guida di sviluppo previste dal piano industriale approvato l’anno scorso. L’iter per la valorizzazione della quota di controllo è iniziata da oltre un anno.
Nei mesi scorsi c’era stato l’interesse di alcuni operatori come Banor Sim, Banca Finint (che aveva valutato una fusione) e del fondo di private equity Attestor, che non si sono però concretizzati.
Intorno alle 10:45 a Piazza Affari il titolo guadagna l’1,6% a 0,22 euro, mentre l’indice di settore segna un rialzo dello 0,9 per cento.