UniCredit, in vista della presentazione del nuovo piano industriale fissata per il prossimo 9 dicembre, nell’ottica della semplificazione e della razionalizzazione degli accordi distributivi, sta per intervenire sulle partnership assicurative e nell’asset management. Inoltre, intende accelerare sul fronte del de-risking.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore, secondo cui, per quanto riguarda il primo punto, l’istituto guidato da Andrea Orcel starebbe per finalizzare il riassetto della joint venture in essere con i francesi di Cnp Assurances.
La prossima settimana è previsto il closing dell’operazione che prevede il formale subentro di Cnp ad Aviva in Aviva Vita, di cui UniCredit ha in capo il 49% e Cnp il 51% dopo che lo scorso marzo Aviva aveva deciso di uscire la propria quota per 543 milioni.
In secondo luogo, secondo quanto riporta il giornale, sarebbe prevista l’integrazione tra l’ex Aviva Vita e Cnp UniCredit Vita, l’altra joint venture in essere con il gruppo francese, di cui UniCredit detiene il 39%, Cnp il 57% e Cardiff il 4 per cento. La banca milanese dovrebbe restare socio di minoranza, mentre è possibile che la quota di Cardiff sia liquidata.
Sul fronte assicurativo, oltre all’accordo con Cnp, in Italia UniCredit ha in essere partnership con Allianz (CreditRas, di cui detengono entrambe il 50%), Incontra Assicurazioni, di cui detiene il 49% e Unipol il 51%). All’estero, invece, sono in corso accordi in Germania con Allianz (sia nel vita che nel danni), in Austria con Ergo (gruppo Munich Re, sia nel vita che nel danni) e nell’Europa dell’Est con Allianz e Generali per l’assicurazione del credito.
Un altro versante su cui starebbero ragionando i vertici dell’istituto di piazza Gae Aulenti, secondo quanto riferisce il quotidiano, riguarda la partnership attiva nel risparmio gestito con Amundi. Le interlocuzioni tra le parte sarebbero in corso ed è possibile che si giunga a un maggiore grado di integrazione dell’offerta commerciale dell’asset manager francese nei sistemi informatici di UniCredit, contestualmente a una rivisitazione della struttura commissionale.
Infine, UniCredit intende spingere ulteriormente sul miglioramento dell’asset quality. Nello specifico, la banca dovrebbe finalizzare a breve la vendita di due portafogli di sofferenze per un ammontare lordo rispettivamente di 200 e 250 milioni (senza garanzia pubblica), a cui dovrebbe aggiungersi una cartolarizzazione da 1,7 miliardi (facendo ricorso alla Gacs).
Con queste tre operazioni, UniCredit sarebbe vicina a raggiungere l’obiettivo di dismettere il portafoglio “non core”, pari a 2,7 miliardi, entro fine 2021.
Intorno alle 10:20 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,8% a 11,36 euro, mentre l’indice di settore segna una calo dello 0,4 per cento.