Mercati Asiatici – La variante Omicron e Powell frenano i listini

Giornata negativa per i principali listini asiatici nonostante la seduta in recupero a Wall Street ieri, con gli investitori che restano intenti a monitorare gli impatti della nuova variante Omicron del Covid e le prossime mosse delle banche centrali.

Per quanto la variante Omicron sia stata definita dai medici sudafricani mite, l’Oms ha affermato che comporta un rischio altissimo di ondate di infezioni. Il Ceo di Moderna, Stephane Bancel, ha detto al Financial Times che i vaccini esistenti saranno meno efficaci nell’affrontare l’omicron e potrebbero volerci mesi prima che i vaccini specifici per la variante siano disponibili su scala.

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha detto che l’omicron pone rischi al ribasso per entrambi gli obiettivi del mandato della banca centrale per prezzi stabili e massima occupazione. Questo ha alimentato la speculazione che il ceppo potrebbe ritardare gli aumenti dei tassi di interesse.

“Il recente aumento delle infezioni e l’emergere della variante Omicron pongono rischi al ribasso per l’occupazione e l’attività economica e una maggiore incertezza per l’inflazione”, Una maggiore preoccupazione per il virus potrebbe ridurre la volontà delle persone di lavorare in presenza, il che rallenterà i progressi nel mercato del lavoro e intensificherebbe le interruzioni della catena di approvvigionamento”, ha spiegato Powell nelle osservazioni che intende illustrare al Senato.

Preoccupazioni che si aggiungono a quelle legate a possibili politiche monetarie restrittive in anticipo rispetto alle tempistiche previste per far fronte alle pressioni sui prezzi.

Si segnala che Hong Kong ha nel frattempo rinforzato il divieto di ingresso per i non residenti di diversi Paesi.

Sul fronte macro, l’agenda odierna ha visto la pubblicazione dell’indice PMI manifatturiero cinese di novembre, attestatosi a 50,1 punti (49,6 punti le attese e 49,2 punti la rilevazione precedente). Questa è stata la prima crescita registrata dall’attività industriale da agosto, in un contesto di allentamento della carenza di energia elettrica e un forte calo dei prezzi di alcune materie prime.

Sempre sul fronte macro, ka produzione industriale giapponese di ottobre è salita dell’1,1% su base mensile (+1,8% le stime e -5,4% il dato precedente).

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,1315 e il dollaro yen a 113,14. Tra le materie prime, petrolio in forte calo con il Brent (-3,3%) a 70,82 dollari al barile e il Wti (-3,1%) a 67,78 dollari al barile. Oro a 1.791,80 dollari l’oncia (+0,4%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,4% e lo 0,5%. Hong Kong a -2,8%.

In Giappone Nikkei e Topix lasciano sul terreno rispettivamente l’1,6% e l’1%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (+1,9%), S&P 500 (+1,3%) e Dow Jones (+0,7%).