Mps – Nuovi rumor sull’iter di privatizzazione, titolo in decisa rimonta (+12,7%)

Mps in rally e in decisa rimonta a Piazza Affari in scia ai nuovi rumor sull’iter di privatizzazione. Intorno alle 10:30 il titolo segna uno scatto del 12,7% a 0,91 euro, mentre l’indice di settore segna un rialzo dell’1,9 per cento.

La banca senese ha annunciato di aver iniziato un dialogo con il Tesoro, primo azionista con il 64,2% del capitale, con l’obiettivo di riavviare un negoziato con Bruxelles, che deve dare il proprio via libera ad un nuovo business plan e al conseguente rafforzamento patrimoniale.

Secondo indiscrezioni riportate da Il Messaggero, il negoziato con la Commissione Europea dovrebbe concretizzarsi nei primissimi mesi 2022 con una proroga auspicabilmente di 18 mesi (quindi fino ad autunno 2023), dopo che i due anni chiesti dal MEF non sono stati accettati.

Si tratterebbe di un periodo di tempo sufficiente, poiché circa un anno potrebbe servire per implementare le attività propedeutiche alla privatizzazione, in concomitanza alla predisposizione di una piano di risanamento.

Il quotidiano aggiunge che la privatizzazione verrebbe portata a compimento attraverso due fasi: prima la pulizia degli attivi e poi la cessione della banca risanata e dimagrita a un altro istituto bancario (citando nuovamente UniCredit, con cui il Tesoro ha interrotto le trattative oltre un mese fa).

Secondo il giornale, Il Tesoro mirerebbe a separare le passività contenute nel bilancio. Il tutto potrebbe agevolare la vendita dell’istituto toscano risanato, dato che, se questa eventualità si concretizzasse, il venditore non dovrebbe mettere a disposizione nessuna dote all’acquirente, come avvenuto con UniCredit.

Più in particolare, secondo il quotidiano, il piano sarebbe di procedere in due tempi, con la cessione delle passività per le litigation da 6,2 miliardi, con ipotesi più probabile di trasferimento a Fintecna, e subito dopo la vendita di sofferenze e incagli per 4 miliardi lordi ad AMCO ricalcando quanto fatto con l’operazione Hydra. In parallelo ci sarebbe il negoziato per il taglio di filiali e personale e una ricapitalizzazione che dalle ultime consultazioni sarebbe di 2,9 miliardi.

Il giornale riporta l’ipotesi di un rinnovo del cda con l’arrivo di un nuovo Ceo, citando Victor Massiah, ex numero uno di Ubi Banca. Recentemente erano arrivate smentite su un possibile cambio al timone di Mps, che vede in carica Guido Bastianini.

Tornando al tema della riduzione dei costi, secondo rumor riportati da MF le trattative con la Dg Comp vedrebbero l’UE intenzionata a portare il cost/income verso il target del 55% dal 70% alla fine del terzo trimestre 2021, ed è possibile che un punto di incontro possa essere raggiunto in un intorno del 62-63%, soprattutto mettendo mano sul costo del personale.

Nelle settimane scorse il Ceo Bastianini, nel corso dei un’audizione alla Commissione Banche, aveva citato l’ipotesi che fondo esuberi di Mps per l’uscita anticipata, in un quinquennio, di circa 4 mila dipendenti costerebbe alla banca circa 950 milioni da spesare nel primo anno e quindi sul bilancio 2022.

L’ipotesi è di un fondo esuberi con una permanenza massima dei dipendenti per cinque anni con tasso di adesione all’80% e cinque finestre di uscite (una l’anno). La riduzione del costo del personale, aveva aggiunto il manager, sarebbe pari a 315 milioni a fine piano, nel 2026.

Non è da escludere inoltro che la banca studi nuove iniziative per dare una spinta ai ricavi e cedesse qualche asset non ritenuto più strategico per generare plusvalenze.