Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore auto:
In ribasso le borse europee. Il Ftse Mib e il Dax arretrano dell’1,3%, il CAC 40 dell’1,1% e il Ftse 100 dello 0,5%. A Wall Street Dow Jones a +1,4%, S&P 500 a +1,2%, Nasdaq a +1%.
General Motors ha alzato l’outlook 2021. Il colosso dell’auto USA ha, infatti, aggiornato la stima sull’ebit adjusted a 14 miliardi di dollari rispetto a 11,5-13,5 miliardi previsti in precedenza. Merito della forte domanda dei consumatori, dei prezzi elevati per i nuovi veicoli e di una maggior stabilità nelle forniture di semiconduttori.
Inoltre, Acc, società partecipata da Stellantis, Total Energies e Daimler, ha detto che non esclude la possibilità di coinvolgere un quarto azionista, aggiungendo, però, che non si sta muovendo nulla in questa direzione al momento. Al contempo, il CEO di Acc, Yann Vincent, ha detto all’agenzia Reuters che le trattative sulla gigafactory italiana di Stellantis sono ancora in corso.
La situazione di carenza di semiconduttori non è attesa risolversi completamente nel 2022, ma sono comunque attesi miglioramenti dalla seconda parte dell’anno. Con General Motors Stellantis condivide la posizione di leadership sul mercato americano soprattutto nei segmenti più profittevoli: suv e pickup.
Stellantis deriva circa il 60% dell’ebit adjusted dal Nord America (General Motors è quasi unicamente esposta su questo mercato). A riguardo, nel mese di novembre il dato annualizzato destagionalizzato delle vendite di auto nel mercato USA (che per Stellantis rappresenta la stragrande maggioranza dei volumi del Nord America e il 31% dei volumi del gruppo nel 2020) è calata del 17% anno su anno a 12,86 milioni (-25% rispetto al 2019), portando il totale da inizio anno a 15,16 milioni (+6% anno su anno e -10% rispetto al 2019).
Mentre in Italia a novembre il mercato auto (il 9% circa dei volumi di Stellantis) è sceso del 25% anno su anno a 105 mila veicoli, il 31% sotto il livello del 2019 (+9% da inizio anno a 1,37 milioni, ovvero il 23% inferiore al 2019). Stellantis ha sottoperformato il mercato italiano con il -33% anno su anno a 36 mila unità (+6% da inizio anno a 520 mila) e una quota di mercato pari al 34,9% contro il 39,47%.
“Il calo su tutti i mercati è principalmente imputabile al noto shortage di semiconduttori, leggermente peggiore rispetto alle attese. Riteniamo che buona parte di questi minori volumi venga compensata dall’effetto prezzo/mix”, ha commentato stamani Equita Sim. “L’andamento delle vendite di auto di novembre ha sì mostrato un’altra performance negativa su base annua, ma in aumento rispetto al calo a doppia cifra registrato a settembre e a ottobre”, ha osservato Mediobanca Securities secondo cui la visibilità sull’industria automobilistica è piuttosto limitata.
Infine, ieri durante una conferenza organizzata da Reuters, il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, ha dichiarato che la transizione all’elettrico minaccia posti di lavoro e la qualità dei veicoli in seguito agli elevati costi (fino al 50% più elevati per un’auto elettrica rispetto a un veicolo con motore a combustione). I limiti proposti dall’UE, che di fatto vieterebbero la vendita di auto con motore a combustione dal 2035, stanno spingendo l’industria al limite, mentre ogni anticipazione rappresenterebbe un ulteriore pericolo. Dall’altro lato, il gruppo potrebbe raggiungere il target di 5 miliardi di euro di sinergie derivanti dalla fusione con PSA in anticipo rispetto a quanto atteso (80% entro il quarto anno).
Stellantis si è impegnata a investire 30 miliardi di euro fino al 2025 nell’elettrificazione e nei software, compresi gli investimenti in joint venture, mantenendo un’efficienza di investimento del 30% migliore della media del settore, puntando ad avere oltre il 70% delle vendite in Europa e oltre il 40% negli Stati Uniti con veicoli a basse emissioni entro il 2030. Stellantis mira a raggiungere un margine operativo adjusted sostenibile e a due cifre nel medio termine (2026). “Nonostante i progressi di Stellantis sul fronte ev, Tavares ha chiaramente esortato i politici ad allentare la pressione sull’elettrificazione accelerata, ritenuta troppo costosa per gli OEM e i loro clienti, accennando anche al fatto che alcuni OEM potrebbero alla fine fallire sotto questa incredibile pressione. A parte la tedesca Volkswagen, il resto dell’industria vorrebbe seguire un processo più progressivo, e spetta alla politica decidere”, ha osservato Banca Akros.