Intesa SP – Grandi fondazioni al lavoro in vista del rinnovo del cda

Le grandi fondazioni bancarie azioniste di Intesa Sanpaolo starebbero già ragionando nell’ottica del rinnovo del cda, all’ordine del giorno dell’assemblea che si terrà nella primavera del 2022.

Secondo rumor riportati da MF, le fondazioni potrebbero annunciare un patto di sindacato temporaneo per definire la lista per il rinnovo del board, come già avvenuto in occasione del rinnovo del 2019.

Il giornale aggiunge che, sebbene non ci siano ancora state interlocuzioni ufficiali, le fondazioni avrebbe già iniziato i ragionamenti in tal senso. Il cantiere ufficiale potrebbe essere aperto all’inizio 2022, con l’accordo che potrebbe essere formalizzato il prossimo febbraio (mese in cui tra l’altro il management della banca alzerà il velo sul nuovo piano industriale). Il patto verrebbe sciolto subito dopo l’assemblea chiamata a rinnovare il cda.

Le grandi fondazioni includono la Compagnia di San Paolo (6,12% del capitale), Cariplo (3,95%), Cariparo (1,72%), Carifirenze (1,68%) e Carisbo (1,25%) e insieme rappresentano circa il 15% del capitale di Intesa Sanpaolo.

Secondo indiscrezioni riportate nelle scorse settimane, le grandi fondazioni azioniste della banca sono favorevoli alla linea della continuità con la conferma del ticket di vertice, composto dal presidente Gian Maria Gros-Pietro (al quarto mandato) e dal Ceo Carlo Messina (al terzo mandato), alla luce degli ottimi risultati riportati negli ultimi anni.

Non bisogna poi dimenticare che, dopo l’acquisizione di Ubi Banca, sono entrati nel capitale di Intesa Sanpaolo altre due fondazioni, Cr Cuneo (0,61% del capitale) e Banca Monte del Lombardia (0,40% del capitale). Oltre a questi enti, ci sono anche altre fondazioni minori che hanno in capo una quota inferiore all’1% del capitale di Intesa Sanpaolo, che potrebbero essere coinvolte, come già avvenuto in precedenza, nella scelta delle candidature, dando loro la possibilità di esprimere un proprio rappresentante.

Intorno alle 11:00 a Piazza Affari il titolo segna un calo dello 0,5% a 2,16 euro, mentre l’indice di settore cede lo 0,3 per cento.