Mercati asiatici – Prevalgono gli acquisti con l’eccezione di Hong Kong (-0,2%)

I principali listini asiatici si muovono in territorio perlopiù positivo in un clima tuttavia all’insegna della cautela con il sentiment che resta diviso tra l’evoluzione della pandemia, i rischi di impatto sulla ripresa e le prossime mosse delle banche centrali.

Il tutto in attesa anche del job report Usa in uscita nel pomeriggio.

La volatilità resta elevata riflettendo in primis lo spostamento della Fed verso una politica  monetaria più restrittiva confermato dalle parole di alcuni policy maker della banca centrale americana che hanno spiegato la logica alla base di un più rapido tapering.

Parole che si allineano a quelle pronunciate da Powell il quale aveva affermato che è ora di smettere di parlare di inflazione transitoria, alimentando immediatamente le speculazioni degli operatori su un rialzo dei tassi.

A pesare sul sentiment anche l’incertezza su come la diffusione della pandemia con la variante omicron influirà sulla ripresa globale, sebbene rimanga la speranza che i vaccini restino efficaci o possano essere adattati. Lo Stato di New York ha intanto identificato almeno cinque casi della nuova mutazione.

Incertezze che si sommano alle rinnovate preoccupazioni per le tensioni USA-Cina alimentate dalla decisione del colosso cinese Didi di delistarsi da Wall Street sotto la pressione di Pechino.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,1285 mentre il dollaro yen a 113,35. Tra le materie prime, in rialzo il petrolio con il Brent (+1,9%) a 71 dollari al barile e il Wti (+2%) a 67,84 dollari al barile. Oro a 1.771 dollari l’oncia (+0,5%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,9% e lo 0,7%. Hong Kong a -0,2%.

In Giappone Nikkei e Topix in rialzo rispettivamente dell’1% e dell’1,6%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Dow Jones +1,8%, S&P500 +1,4% e Nasdaq +0,8%.