Mercati Usa – Nuova ricaduta

Si è chiusa una delle peggiori settimane a Wall Street con gli indici che cedono in una settimana il guadagno gli ultimi tre mesi, in scia anche al dato sul mercato del lavoro del mese di novembre molto al di sotto delle aspettative nel quale le nuove buste paga sono poco più di un terzo di quelle previste.

I listini riescono a mettere a segno un colpo di reni nell’ultima mezz’ora che consente loro di allontanarsi dai minimi intraday, ad eccezione del Russell 2000 (-2,1%) che vi chiude invece molto vicino.

Pesante anche il Nasdaq (-1,9%), mentre lo S&P500 (-0,8%) ed il Dow Jones (-0,2%) riescono a limitare i danni.

Pesanti tutti i titoli tecnologici che faticano a trovare un supporto dopo gli esponenziali guadagni degli ultimi mesi. Tesla lascia sul terreno il sei percento e Nvidia oltre il quattro.

VIX in crescita del dieci per cento a 30,75 punti dopo aver siglato un picco giornaliero oltre i 35 punti.

La tensione sul mercato azionario provoca il crollo dei rendimenti obbligazionari con il Tbond che cede il dieci per cento a quota 1,35%.

Tra le materie prime, il petrolio parte male e successivamente recupera gran parte del calo chiudendo con un deficit di solo il -0,6%. L’oro nero chiude l’ottava con il sesto calo consecutivo, la peggiore performance dal novembre 2018.

Reazione d’orgoglio per i due principali metalli preziosi che guadagnano un punto percentuale ribaltando un’analoga situazione.

In controtendenza la quasi totalità delle materie prime agricole con soia e caffè che guadagnano intorno a due punti percentuale, il mais uno e mezzo mentre solo il frumento cede l’uno per cento.

Sul mercato valutario il dollaro termina poco mosso rispetto alla seduta precedente a 1,131 nei confronti della moneta unica.