Digital360 – Crescita organica, M&A e internazionalizzazione per accelerare in un mercato favorevole

Grande successo per Digital360 alla Next Gems conference svoltasi il 29 e 30 novembre a Piazza Affari. La Società presieduta da Andrea Rangone è stata una delle più gettonate dagli investitori, con 17 incontri che hanno visto il coinvolgimento di investitori italiani e internazionali. Un’occasione per presentare alla comunità finanziaria i progetti di crescita, sia organica sia tramite M&A, in Italia e il piano di espansione internazionale.

Un momento di svolta per Digital360 e per il mercato del MarTech e ConsulTech

“Siamo molto soddisfatti, questo evento ci ha permesso di farci conoscere ulteriormente in una fase di passaggio decisiva per noi e per il nostro settore di riferimento, per diversi motivi”, spiega Andrea Rangone, Presidente di Digital360, a Market Insight.

“Innanzitutto, perché ci troviamo in un momento di svolta dimensionale: siamo passati da una capitalizzazione di mercato di circa 32 milioni a fine 2020 a una market cap attuale di oltre 84 milioni. In secondo luogo, operiamo in due ambiti di business in fortissima crescita a livello mondiale: MarTech, la trasformazione digitale del marketing e delle vendite e ConsulTech, la rivoluzione tecnologica della consulenza”.

Per capire la portata di questi trend di trasformazione digitale, basta osservare la crescita nell’ultimo anno di aziende leader nel MarTech, come Hubspot o Techtarget, che capitalizzano rispettivamente 37,5 e 2,6 miliardi di dollari.

Inoltre, “la pandemia e i lockdown ad intermittenza hanno enfatizzato, da una parte, l’importanza di sfruttare al meglio i canali digitali, il mondo online, per le attività di marketing e di vendita e per generare nuove opportunità commerciali, dall’altra, la dimensione della consulenza a distanza, basata su piattaforme tecnologiche, rispetto al modello classico face-to-face. È importante spiegare questi concetti affinché la comunità finanziaria possa collocarci correttamente, data anche la particolarità del nostro business model”.

Di particolare rilevanza nella conference, la presenza di un elevato numero di investitori istituzionali esteri, oltre la metà dei presenti. “L’internazionalizzazione è un tema di estrema importanza per noi in questo momento e il fatto che tanti fondi internazionali nell’ultimo anno si siano interessati alla nostra realtà ci rende molto soddisfatti”.

 

La crescita in Italia e nell’area Spagna-America Latina

L’interesse degli investitori si è soffermato soprattutto sulle “proiezioni di crescita futura dell’azienda e del mercato, in Italia e a livello internazionale”, afferma Rangone.

Per quanto riguarda l’Italia, “abbiamo ribadito il nostro posizionamento in settori caratterizzati da elevati tassi di crescita organica, double digit, a maggior ragione post pandemia e con la spinta del PNRR. Inoltre, abbiamo enfatizzato la nostra intenzione di continuare a crescere anche per linee esterne. Dopo le quattro operazioni concluse quest’anno, abbiamo un’ottima pipeline di aziende target in Italia e con alcune di esse stiamo dialogando già da tempo”.

La grande novità è il tema della crescita internazionale. “Dopo un anno di intenso lavoro abbiamo scelto di focalizzarci sull’area geopolitica ‘spanish speaking’, quindi Spagna e America Latina. Un mercato di riferimento potenzialmente enorme, che comprende oltre 550 milioni di persone e aggrega un PIL complessivo di oltre 4,5 trilioni di dollari”.

Oltre alle dimensioni e alla “possibilità di creare un unico team madrelingua distribuito fra Italia, Spagna e America Latina”, Digital360 ha scelto quest’area anche per altri motivi. Si tratta infatti di “Paesi simili all’Italia, che presentano un gap di maturità digitale e nei quali è attesa una forte accelerazione del mercato ICT, anche grazie alle conseguenze della crisi del covid e, anche lì, ai fondi di rilancio in arrivo”.

Nell’ultimo anno il mercato del digitale in America Latina è cresciuto del 7,7% (5,5% nel 2020) e nel 2022 si stima che il 40% del PIL deriverà proprio dagli effetti della digitalizzazione. In Spagna è stato attivato il programma “Spagna Digital 2025”, che durante il 2020-2022 dovrebbe mobilitare investimenti pubblici e privati nell’ordine di 70 miliardi di euro.

Inoltre, “in questi Paesi i nostri settori di riferimento sono caratterizzati da un’elevatissima frammentazione, con tanti piccoli player spesso specializzati in singole verticalità. Un quadro molto simile a quello italiano di cinque anni fa, nel quale siamo entrati con la logica di aggregare e creare un player di riferimento”.

Pertanto, riassume il Presidente, “vediamo in questi Paesi un’incredibile opportunità competitiva e vogliamo provare a replicare il successo ottenuto in Italia, svolgendo un ruolo da protagonista nel consolidamento del mercato. Abbiamo già identificato diverse target companies locali e con alcune abbiamo avviato i contatti quindi confidiamo di poter dare buone notizie nei prossimi mesi”.

Intanto, è stato annunciato in questi giorni il lancio di InnovaciónDigital360.com, portale in lingua spagnola che mira a raccontare tutte le opportunità dell’innovazione digitale per i paesi dell’America Latina e la Spagna.

 

Uno scenario favorevole grazie a una maggiore consapevolezza e ai fondi del PNRR

“Il 2021 è stato un anno importante sia dal punto di vista della crescita organica sia per le acquisizioni, ci apprestiamo a chiudere l’esercizio con un significativo incremento del fatturato ma anche di Ebitda, Ebit e utile netto. Non vediamo soluzione di continuità nella market traction che caratterizza il mercato e stiamo lavorando bene per costruire il futuro, siamo sicuri che presto se ne vedranno i frutti”, afferma il Presidente.

A spingere ulteriormente la crescita in Italia contribuiranno anche i fondi del PNRR, sia direttamente, con 50 miliardi di euro destinati alla digitalizzazione di imprese e pubblica amministrazione, sia indirettamente per la spinta che daranno alla nostra economia.

“Stiamo osservando una forte accelerazione delle gare pubbliche e riscontriamo una grande voglia di crescere da parte delle imprese. Questa accelerazione, tuttavia, non è dovuta soltanto alle risorse in arrivo, ma anche all’elettroshock culturale che la crisi ha creato. Oggi i decision maker (manager, imprenditori, funzionari pubblici e politici) hanno una maggiore sensibilità all’innovazione e hanno capito megliol’importanza del digitale, c’è terreno fertile per la crescita”.

Ora che c’è ha una sensibilità diffusa su questi temi, secondo Rangone, servirà anche una maggiore capacità di orientarsi fra le varie sfaccettature del digitale e capire dove valga veramente la pena investire.

“Il vero tema diventerà capire chi selezionare nelle attività di acquisizione, incrementare le competenze per investire in modelli di business digitale redditizi. In tal senso, abbiamo anche lanciato un corso al MIP – la Business School del Politecnico di Milano, di cui Rangone è docente – chiamato Digital For Investors, per spiegare la complessità e l’eterogeneità del mondo digitale e aumentare la capacità selettiva, anche al fine di evitare errori e delusioni in futuro”.

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