Si è tenuto ieri a Bologna l’annuale convegno di HerAcademy, la corporate university del Gruppo Hera, dal titolo “L’evoluzione delle dinamiche sociali e relazionali per la “rinascita” del lavoro”.
L’appuntamento ha coinvolto protagonisti del mondo d’impresa, accademici e professionisti che si sono confrontati presso la sede della multiutility per ragionare insieme sulla centralità del fattore umano e “relazionale” e sulle altre dimensioni che caratterizzano gli attuali trend di evoluzione del modo di lavorare: la cultura aziendale e il senso di appartenenza, i modelli organizzativi, i comportamenti individuali e il funzionamento dei team, le dimensioni di spazio e tempo, i processi aziendali e l’evoluzione tecnologica.
“In questi ultimi due anni il lavoro è stato oggetto di grandi cambiamenti. Siamo di fronte a nuove dinamiche, che in parte stiamo già vivendo, e questo processo evolutivo va governato e guidato, cercando di coglierne le opportunità – commenta Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo di Hera –. Nel Gruppo Hera abbiamo scelto di farlo prima di tutto favorendo lo sviluppo di un’idea di organizzazione come comunità e come ambiente sociale. Inoltre, investiamo continuamente sulla crescita delle nostre persone, convinti che l’aggiornamento continuo delle nostre competenze sia sempre stata una scelta vincente. Le occupazioni del futuro non coincideranno, almeno in parte, con quelle di oggi, e bisogna arrivare pronti, favorendo in particolare lo sviluppo di nuove competenze specialistiche e anche di comportamenti collegati ai nuovi modi di lavorare. Il convegno HerAcademy di oggi è stata un’occasione di confronto con relatori di spessore per riflettere sul futuro del mondo professionale e sulla crescente importanza delle relazioni umane in un mondo che cambia a ritmo esponenziale”.
“Lo scopo aziendale, quello che conferisce significato al lavoro svolto, è uno dei principali collanti organizzativi – dichiara Stefano Venier, Ad di Hera –. A tal proposito, mi preme sempre ricordare l’articolato e partecipato percorso aziendale di definizione del nostro purpose, entrato in conclusione a far parte del nostro statuto. Il distanziamento e il lavoro da remoto hanno rischiato di deteriorare le nostre reti di relazioni, tuttavia la comunità sociale e le connessioni all’interno e all’esterno dell’organizzazione sono risultate centrali e hanno rappresentato un efficace strumento di inclusione, inteso non solo in termini di platea di chi può beneficiare di qualcosa, ma anche di chi può fare qualcosa, nella cornice di uno scopo aziendale profondamente partecipato”.