Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore energetico e delle utilities:
Proseguono senza una precisa direzione le borse europee. Il DAX di Francoforte guadagna lo 0,4%, mentre il CAC 40 e il Ftse Mib cedono rispettivamente lo 0,2% e lo 0,1%. Arretra anche il Ftse 100 (-0,5%). A Wall Street il Dow Jones cede lo 0,6%, lo S&P 500 lo 0,3% e il Nasdaq lo 0,1%.
Il petrolio tratta in ribasso, mentre “la prospettiva di un’impatto limitato sulla domanda di petrolio dalla variante Omicron del coronavirus è uno dei fattori alla base dei guadagni della scorsa settimana” afferma Edward Moya di Oanda. “Inoltre, l’Opec continua ad avere una presa salda sulla direzione dei prezzi e può interrompere qualsiasi selloff con una rapida inversione dell’aumento della produzione”, aggiunge Moya.
Il prezzo del gas in Europa di provenienza russa è salito del 10% sopra quota 116,4 euro per megawatt l’ora all’apertura delle negoziazioni odierne, per la prima volta dall’inizio di ottobre, secondo i dati Ice, per poi assestarsi ad un +8,15% a 114,4 euro. Sono i valori massimi degli ultimi due anni, fino al 2020 il prezzo medio della materia prima era rimasto attorno a 15 euro.
Il balzo dei prezzi arriva dopo che i ministri degli esteri del G-7 hanno avvertito Mosca nelle scorse ore di ridurre l’assembramento di militari al confine con all’Ucraina. Sebbene gli effetti non siano stati precisati, possibili sanzioni potrebbero colpire le banche e l’accesso ai cambi, mentre la Germania ha subito pressioni, spiega Bloomberg, sul gasdotto gasdotto Nord Stream 2 che la collega alla Russia. Il presidente Usa, Biden, sabato ha avvertito Mosca di sanzioni economiche “devastanti” se attaccasse l’Ucraina e ha affermato che in quel caso verrebbero inviate truppe statunitensi e della Nato per difendere gli alleati.
Dal canto suo, l’Unione europea sta discutendo un nuovo possibile giro di sanzioni economiche contro la Russia, assieme a Stati Uniti e Gran Bretagna, ma nessuna decisione sarà presa oggi, ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue Josep Borrell. L’Ue, insieme con gli Usa, ha imposto sanzioni economiche sulla Russia a luglio 2014, colpendo il settore energetico, quello bancario e quello della difesa e sta considerando la possibilità di prendere ulteriori misure nel caso in cui la Russia tenti di invadere l’Ucraina. “Siamo in modalità di deterrenza”, ha detto Borrell all’arrivo ad un meeting di ministri degli Esteri.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, nel corso di un’intervista alla NBC, ha detto che “è improbabile che il gasdotto Nord Stream 2 diventi operativo in caso di aggressione all’Ucraina da parte della Russia”. Quel gasdotto “non ha alcun flusso di gas che lo attraversa in questo momento e, in effetti, è una fonte di leva sulla Russia, perché, nella misura in cui il presidente, Vladimir Putin, vuole vedere il gas fluire attraverso quel gasdotto… è molto improbabile o difficile che ciò accada se la Russia ha rinnovato la sua aggressione all’Ucraina… “, ha spiegato Blinken.
Il progetto Nord Stream 2 è stato completato lo scorso settembre ed è un gasdotto che trasporta il gas naturale dai giacimenti russi alla costa tedesca, si estende per 1.230 chilometri sotto il Mar Baltico ed è il più lungo gasdotto al mondo. La posizione Usa ha visto poi la reazione della Polonia, che, insieme ai partner tedeschi, sta cercando di fornire risposte ai possibili rischi associati al progetto.
Dal canto suo, Mosca, sottolinea la Tass, ha “ripetutamente sottolineato che Nord Stream 2 è un progetto interamente commerciale che viene implementato in collaborazione con i partner europei”. La Russia a ha inoltre più volte sottolineato “di non aver mai utilizzato le risorse energetiche come strumento di pressione”.
Exxon Mobil si trova sotto un nuovo attacco da parte degli attivisti che lo accusano di non fare abbastanza per rispettare i criteri ESG. Un gruppo di investitori che si fa chiamare Coalition for a Responsible Exxon, o “Cure” spinge Exxon a raggiungere i suoi obiettivi generali, inclusi i 15 miliardi di investimenti pianificati nelle iniziative per l’energia verde annunciati già da tempo. Quest’anno, il gruppo non è riuscito a fissare obiettivi di riduzione specifici per segmento per le attività midstream e downstream di Exxon, ha detto Cure.
Per questo apparente “fallimento”, CURE ha assegnato al nuovo Cda dell’azienda un voto D-meno per l’anno e chiede il licenziamento del CEO Darren Woods, nonostante la performance finanziaria stellare della società nel 2021, raggiunta proprio grazie alla spinta al rialzo dei prezzi.
L’annuncio di CURE è arrivato pochi giorni dopo che la stessa Exxon ha annunciato che la sua controllata Esso Petroleum Company aveva stipulato un memorandum of understanding con SGN e Green Investment Group (GIG) di Macquarie per esplorare l’uso dell’idrogeno e della cattura del carbonio per aiutare a ridurre le emissioni in il distretto industriale di Southampton in Gran Bretagna. Un comunicato dei tre partner stima che la potenziale domanda annuale di idrogeno dal cluster potrebbe raggiungere i 37 TWh entro il 2050, abbastanza per soddisfare la domanda di riscaldamento di 800.000 case nel sud dell’Inghilterra. Il distretto di Southampton ospita il Fawley Complex di Exxon, il più grande complesso petrolchimico di raffinazione del Regno Unito.
Exxon possiede anche un grande progetto da 100 miliardi di dollari incentrato nell’area di Houston per catturare le emissioni delle più grandi strutture industriali della zona, molte situate lungo lo Houston Ship Channel. Tale piano ha l’obiettivo iniziale di catturare e immagazzinare 50 milioni di tonnellate di carbonio all’anno entro il 2030, aumentando gradualmente tale obiettivo a 100 milioni di tonnellate all’anno entro il 2040.