“Abbiamo detto più volte che ci piacerebbe aggregarci con altre banche delle nostre dimensioni facendo un polo più grande, se c’è qualcuno interessato si farà avanti altrimenti andremo avanti cercando possibilità di abbinamento”.
Lo ha affermato alla stampa nel corso del consiglio nazionale della FABI Giuseppe Castagna, Ceo di Banco Bpm, aggiungendo: “Per il risiko da escludere forse c’è solo Intesa Sanpaolo che non credo abbia interesse a crescere ancora come banca commerciale, per il resto siamo tutti in ballo”.
“UniCredit ha come noi un piano stand alone e” anche in quel caso “c’è un forte indirizzo per dare una marcia in più alla banca così come è organizzata, dopodiché se ci sono delle opportunità durante il percorso bisogna guardarle ed esaminarle e nel caso anche muoversi in tal senso”, ha aggiunto il manager.
“Un semestre” per procedere con il consolidamento bancario “si è perso per capire che cosa sarebbe successo a Mps; un po’” di tempo si perderà “anche nel 2022, poi non è da escludere che in 12-18 mesi possa ripartire il risiko bancario”, ha sottolineato Castagna.
“Io ho sempre apprezzato molto la rete Mps, vediamo ora che succede, mai dire mai perché sono situazioni in grande evoluzione. Vedremo dopo l’aumento di capitale – che do per scontato che ci sarà – a che punto saranno le altre banche. In quel contesto” – cioè mentre era in corso la trattativa con UniCredit – “un nostro intervento avrebbe avuto poco senso”.
‘Non posso escludere” una ripresa dei colloqui tra Banco Bpm e Bper per un’eventuale fusione, ha poi affermato Castagna, aggiungendo che già lo scorso anno “i colloqui effettivamente ci sono stati, ma solo conoscitivi, per capire se in un mercato che tutti vediamo più consolidato, ci possa essere spazio per aggregazioni”.