Carige – Tornano i rumor di M&A, titolo in asta di volatilità (+8,2%)

Carige in rally a Piazza Affari in scia ai rumor di M&A. Il titolo è fermo in asta di volatilità dalle 09:04 con un rialzo teorico dell’8,2% a 0,67 euro, mentre l’indice di settore sale dell’1,1 per cento.

Una soluzione per il futuro della banca ligure potrebbe concretizzarsi entro fine anno, secondo quanto riporta Radiocor.

Secondo l’agenzia, un’accelerazione ci sarebbe stata negli ultimi giorni e il presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), che ha in capo l’80% del capitale, avrebbe convocato per giovedì 16 dicembre il consiglio del fondo per fornire un’informativa sulla situazione. In particolare, sarebbero interessate alla banca genovese un fondo e due banche.

A dare una spinta sarebbe stato il rigetto arrivato nei giorni scorsi dal Tribunale di Genova alla richiesta di risarcimento danni da oltre 480 milioni arrivata dall’ex socio di riferimento, la famiglia Malacalza, sul riassetto dell’istituto nel 2019.

Non bisogna poi dimenticare l’incentivo in capo al potenziale acquirente che prevede la trasformazione delle Dta in crediti di imposta, grazie alla proroga contenuta nella Legge di Bilancio.

Tornando al consiglio del FITD di giovedì, esso non sarà chiamato a una scelta definitiva in quanto saranno necessarie ulteriori valutazioni, anche in attesa del via libera alla Legge di Bilancio, ma la speranza è che si arrivi presto alla scelta del potenziale partner per Carige per portare a termine la fusione nei primi mesi del 2022.

A metà ottobre Carige, nel conferire il mandato a Boston Consulting per studiare linee di sviluppo del business, aveva ribadito che l’obiettivo strategico del gruppo è la business combination con prima scadenza entro fine anno, per beneficiare degli incentivi fiscali, o in seconda battuta in tempi più lunghi.

Tra le banche interessate al dossier, Il Sole 24 Ore cita Bper e Crédit Agricole Italia, anche se il Ceo di quest’ultima, Giampiero Maioli, ha affermato: “È un dossier che conosco poco e non sono in grado di dare indicazioni. Non abbiamo altri dossier. Solo nel 2022 abbiamo due fusioni” perché “nel giro di pochi mesi, intorno al 25 aprile, incorporiamo Creval e a fine anno incorporiamo FriulAdria”.

Quanto a Bper, “farà operazioni se, e solo se, troverà una convenienza economica piuttosto che un aspetto dimensionale o di chiaro impatto mediatico, ma che non sarebbe alle condizioni corrette. Dubito che la banca presenterà mai un progetto dove non ci sia un solido interesse economico per gli azionisti”, ha ha affermato alla stampa durante un evento della FABI Carlo Cimbri, Ceo di Unipol, primo azionista della banca modenese con il 18,9% del capitale.